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la lettera aperta

Dopo gli insulti alla sindaca, Valeria Campagna (Pd) si rivolge a politica e istituzioni: “Servono azioni concrete”

La consigliera chiede un impegno trasversale per avere un rapido cambio di rotta su rispetto e inclusione

LATINA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta della consigliera comunale del Pd  Valeria Campagna. Prendendo spunto dalla condannabile vicenda delle offese lanciate via social alla sindaca di Latina Matilde Celentano, che ha sporto querela per body shaming, Campagna si rivolge ai rappresentanti politici e istituzionali per chiedere maggiore impegno attraverso azioni concrete per “difendere il rispetto e l’inclusione”. Una riflessione estesa a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di Latina. “Credo  – scrive – serva un impegno trasversale per avere un rapido cambio di rotta”.

Di seguito il testo della lettera aperta.

LETTERA APERTA

di Valeria Campagna

“In questi giorni, tutta la comunità di Latina si è trovata ad esprimere, in pubblico e in privato, solidarietà alla Sindaca Matilde Celentano, vittima di ignobili attacchi che colpiscono non solo la sua persona, ma tutte le donne che nel loro lavoro e nella loro quotidianità si trovano a fare i conti con un linguaggio violento e sessista e che vengono criticate non per il loro operato, ma per il loro corpo. Commenti come quelli rivolti alla Sindaca, che riducono il suo valore a questioni fisiche, riportano alla luce un problema drammatico: le discriminazioni di genere nel linguaggio, specialmente nella sfera politica.

Come donna in politica, mi sento vicina alla Sindaca e comprendo il peso di affrontare simili attacchi. Ho atteso a manifestare pubblicamente la mia solidarietà, perché credo che il nostro ruolo istituzionale e politico imponga anche la responsabilità di proporre soluzioni a queste situazioni. L’episodio in questione ci impone di riflettere sul valore del rispetto nelle Istituzioni e sull’adozione di strumenti efficaci per prevenire simili comportamenti.

Come rappresentante politica, mi sono trovata spesso a dover affrontare due pregiudizi radicati: quello legato al fatto di essere giovane e quello legato al fatto di essere donna. Entrambi i fattori sono spesso diventati pretesti per attacchi personali, piuttosto che critiche politiche costruttive. Il doppio standard che emerge, a seconda dell’avversario politico e del contesto, è un esempio chiaro di come il linguaggio ostile venga usato a convenienza, limitando il dibattito democratico. Da ultimo qualche giorno fa sono stata accusata di “puerilità” da un consigliere comunale di centro destra, accusa non certo riguardante le mie posizioni politiche ma al contrario rivolta a screditarmi alludendo alla mia giovane età.

Queste vicende riportano anche all’attenzione un tema cruciale che avevamo già affrontato con l’amministrazione Coletta, in particolare con gli ex assessori Proietti e Di Francia, e con tutto il Consiglio Comunale: l’adozione del Manifesto per la Comunicazione non Ostile. Il Comune di Latina aveva deciso di aderire a questa iniziativa per promuovere un uso consapevole e rispettoso del linguaggio, impegnandosi a contrastare la violenza verbale e le parole ostili che avvelenano il dibattito pubblico. È un impegno che ritengo fondamentale e che oggi, più che mai, dobbiamo rilanciare.

Tuttavia, questo non può essere sufficiente se non accompagnato anche da altri interventi. Credo sia arrivato il momento di proporre un’iniziativa a livello comunale, che vada oltre l’adozione del Manifesto. Un progetto che, in modo trasversale, coinvolga tutte le forze politiche per riflettere sul linguaggio e sulla condizione generale della parità di genere e del rispetto. Un’iniziativa che includa momenti di confronto e azioni concrete per garantire un ambiente politico inclusivo e rispettoso, in cui ciascuna persona possa sentirsi tutelata e valorizzata.

Purtroppo, il clima politico che si respira nel nostro territorio è diventato sempre più tossico. Voglio ricordare anche il recente episodio della censura al consigliere Giancarlo Massimi, colpevole solo di aver espresso delle opinioni personali tramite social media. Credo sia un altro segnale preoccupante. Sembra che non possa essere più tollerata alcuna forma di manifestazione del pensiero. Si cerca di mettere a tacere le voci non allineate, sia dentro che fuori dalle Istituzioni.

Allo stesso tempo, sui social ma più in generale nella società, c’è una pericolosa tendenza ad attaccare qualunque figura pubblica con accuse personali e insulti. Questo atteggiamento complessivo è pericoloso, come è pericoloso l’insulto in qualsiasi forma e da qualsiasi provenienza. È un rischio per la libertà di espressione e per la salute della nostra democrazia.

Credo serva un impegno trasversale per avere un rapido cambio di rotta.

Dobbiamo ritornare ad un dibattito politico fondato sul rispetto reciproco e sull’inclusione. Latina merita di più: merita di essere una città dove le differenze di opinione siano motivo di arricchimento, non di scontro personale. Difendere la libertà di espressione e l’iniziativa politica e amministrativa è essenziale per il nostro futuro. Non possiamo permettere che il potere venga usato per silenziare chi esprime opinioni critiche o per attaccare chi, come le donne in politica, lotta ogni giorno contro le discriminazioni.

La mia speranza è che possiamo guardare avanti, riprendendo l’impegno assunto con il Manifesto per la Comunicazione non Ostile, dando seguito agli impegni presi nella mozione votata il 28 novembre 2023, firmata da tutte le consigliere comunali, dal titolo “Latina Città delle Donne” e iniziare a creare una comunità dove il dialogo prevalga sull’odio, e dove la parità di genere e il rispetto siano al centro delle nostre politiche”.

 

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