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cronaca

Satnam, a tre mesi dalla morte la Uila sollecita azioni concrete a tutela lavoratori sfruttati

Dichiarazione della segretaria generale Uila-Uil Enrica Mammucari e del segretario Uila Latina Giorgio Carra

LATINA – Sono già trascorsi tre mesi da quel tragico 19 giugno in cui Satnam perse la vita in modo drammatico. La Uila non vuole dimenticarlo ed anzi per continuare ad onorarne la memoria, insieme a tutte le vittime del lavoro, riflette sui provvedimenti necessari a contrastare lo sfruttamento e gli infortuni sul lavoro.

“Dopo il cordoglio e la solidarietà per la morte del lavoratore indiano, riteniamo doveroso interrogarci sui progressi che sono stati fatti da quando i lavoratori agricoli della provincia di Latina hanno compattamente scioperato e manifestato il 25 giugno scorso” dichiarano la segretaria generale Uila Enrica Mammucari e il segretario Uila Latina Giorgio Carra. “Purtroppo, dobbiamo riscontrare che al di là dello sdegno pubblico e della retorica non ci sono stati cambiamenti tali da incidere sulle condizioni di vita e di lavoro dei braccianti del Paese e della provincia di Latina in particolare. Migliaia di lavoratori come Satnam hanno continuato e continueranno a lavorare irregolarmente per poter sopravvivere nel nostro paese e continuano a farlo in condizioni di sfruttamento e senza nessuna protezione.”

Il lavoro agricolo, spesso precario e di difficile controllo, occupa centinaia di migliaia di lavoratori agricoli stranieri venuti regolarmente in Italia attraverso i decreti dei flussi stagionali. Questi, dopo aver effettuato il periodo di lavoro regolare e stagionale per un massimo di 9 mesi, dovrebbero ritornare nel loro paese di origine, mentre non possono fare altro che restare in Italia senza la possibilità di lavorare regolarmente per mancanza del permesso di soggiorno.

“La Uila è convinta che insieme alla revisione del decreto flussi, oggi allo studio del Governo, sia indispensabile sanare le situazioni precarie dovute agli ingressi precedenti tramite il rilascio di un permesso regolare per attesa lavoro, con il quale i lavoratori potranno trovare una nuova occupazione e conseguentemente stabilizzarsi attraverso un permesso per lavoro subordinato anche di tipo stagionale.”

“Nella lotta allo sfruttamento resta la difficoltà a dare applicazione al Testo Unico sull’immigrazione che prevede il rilascio di permessi speciali, in caso di accertamento dello “sfruttamento in caso di bisogno” denunciano Mammucari e Carra “motivo che spiega anche la scarsa collaborazione dei lavoratori, in particolare degli irregolari.”

La Uila sottolinea inoltre come le attività ispettive debbano concentrarsi non solo sulle sacrosante sanzioni a carico dei datori di lavoro, ma anche sul recupero del “furto salariale” a favore dei lavoratori e sull’avvio dei percorsi di regolarizzazione per i lavoratori senza permesso di soggiorno, utilizzando appunto i permessi speciali previsti dal Testo unico. “Nonostante l’intensificazione dei controlli nelle aziende, i cui numeri restano comunque esigui” proseguono i segretari “dobbiamo constatare che, in nessuno dei resoconti è stato mai affrontato il tema del risarcimento e del ristoro a favore dei lavoratori interessati dalla irregolarità del rapporto di lavoro e dallo sfruttamento accertato in fase ispettiva. Insieme alle positive iniziative del Governo volte a migliorare la disponibilità dei dati per individuare le aziende da controllare, è indispensabile concentrare l’attenzione sulle ricadute di queste attività a favore dei lavoratori sfruttati. Solo allora i lavoratori collaboreranno e, nel tutelare i loro interessi, daranno un positivo impulso alle attività di contrasto allo sfruttamento lavorativo.”

“Siamo impegnati affinché la tragica morte di Satnam non resti vana e possa realmente essere un’occasione per cambiare la situazione nei campi e, non solo nelle commemorazioni che si susseguiranno negli anni per la sua morte, ma ogni giorno continueremo il nostro lavoro perché si prendano le decisioni più appropriate nell’interesse dei lavoratori” concludono Mammucari e Carra.

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