SEZZE – Si avvia al termine la prima campagna di scavo nella Grotta Vittorio Vecchi di Sezze. La ricerca archeologica è stata diretta dal professor Mario Federico Rolfo, docente di Archeologia Preistorica del Dipartimento di Storia PSF dell’Università di Roma Tor Vergata, in stretta collaborazione con il Comune di Sezze e la Soprintendenza Archeologia e Belle Arti per le Province di Latina e Frosinone. Un lavoro documentato dalle foto realizzate da Paolo Petrignani, fotografo professionista collaboratore di National Geographic.
Le nuove ricerche – spiegano dal Comune – hanno confermato l’importanza di Grotta Vittorio Vecchi, rivelando una frequentazione cultuale e funeraria risalente a circa 4000 anni fa. Gli scavi hanno permesso di chiarire in dettaglio le modalità con cui la cavità veniva utilizzata nei riti antichi: focolari, la combustione di semi di graminacee e leguminose, e sacrifici animali di pecore, capre e maiali, spesso giovani o appena nati, accompagnavano la deposizione di numerose ossa umane, specialmente di bambini.
Entusiasta il sindaco Lidano Lucidi: “Questi straordinari risultati rappresentano non solo un passo avanti nella comprensione della nostra storia, ma anche un grande motivo di orgoglio per la nostra comunità – dichiara – . Grazie alla collaborazione tra l’Università di Roma Tor Vergata e il nostro Comune, e con il supporto della Soprintendenza, siamo riusciti a svelare nuovi aspetti di un passato affascinante che arricchisce il patrimonio culturale di Sezze e dell’intero territorio pontino”. Le indagini hanno permesso di accostare preliminarmente il sito ad un santuario rupestre frequentato dai gruppi umani che si spostavano tra i Monti Lepini e la pianura pontina. Le ossa e i denti umani recuperati offriranno preziose informazioni sullo stile di vita, l’alimentazione e la provenienza genetica di queste popolazioni preistoriche, grazie all’applicazione delle più avanzate metodologie di indagine paleoantropologica, tra cui analisi isotopiche, genetiche e radiometriche. Inoltre, le analisi micromorfologiche del deposito che conteneva le ossa umane permetteranno di ottenere ulteriori dati sulla stratigrafia del sito”.
I risultati preliminari di questa prima campagna di scavo verranno presentati in una conferenza pubblica prevista per il prossimo autunno: “L comunità avrà modo di scoprire e apprezzare i dettagli di queste scoperte che gettano nuova luce sul nostro passato remoto”, conclude il primo cittadino di Sezze.