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LATINA

Recinzione diversa dal progetto per Parco Falcone e Borsellino, Rosolini: “Come Ordine affronteremo la questione”

Il presidente degli Architetti risponde alla lettera-appello di ItaliaNostra che lo chiama in causa

LATINA – “L’Ordine degli Architetti, nei limiti delle proprie competenze, affronterà certamente la questione della recinzione dei giardini comunali”. Lo dice il presidente dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della provincia di Latina, Massimo Rosolini in risposta alla lettera aperta di ItaliaNostra che ha contestato la decisione dell’amministrazione comunale di variare i lavori di riqualificazione di Parco Falcone e Borsellino realizzando una recinzione molto diversa da quella prevista dal progetto vincitore e di farlo senza contraddittorio alcuno con la città. Eppure si tratta di un’opera-simbolo, non solo per il valore economico (5 milioni di euro), ma per il luogo in questione,  che è un importante bene collettivo.

La recinzione come è noto, e come è visibile nei rendering esposti con la tabella lavori,  doveva riprodurre l’immagine di canne di palude mosse dal vento, richiamando così le radici della città, mentre quella in via di installazione è un’armatura fatta di ferri di difesa con una pericolosa punta in cima.

Era stata proprio l’associazione guidata dall’architetta Maria Teresa Accatino a chiamare in causa il suo ordine professionale e quindi anche Rosolini: “L’Ordine degli Architetti di Latina cosa fa in difesa della qualità architettonica dei progetti e del rispetto della professione?” è stata la domanda contenuta nell’appello rivolto all’Amministrazione a fermare i lavori.

Rosolini risponde commentando proprio la lettera di ItaliaNostra e va oltre: “Sono personalmente contrario alle recinzioni di giardini pubblici, salvo nei casi in cui queste si rendessero necessarie per motivi specifici e che andrebbero illustrati alle cittadinanze prima che queste si sveglino la mattina davanti ai cavalli di Frisia – scrive in una nota di commento -.  Per i giardini di Latina, la recinzione che c’era andava più che bene e, tutto sommato, era ancora in buono stato. Ma, si sa, siamo circondati dagli appassionati della sicurezza, che non vedono l’ora di dare sfogo alla propria passione certi di avere gran seguito”.  E qui arriva una punta polemica: “Sono gli stessi che temono gli alberi, in special modo i pini, e che devono ormai sentirsi rassicurati dalla scelta pubblica che li ha pressoché eliminati dalla città?  Questi, oggi, si staranno fregando le mani notando che tutti i pini dei dintorni appaiono malati, anneriti e seccati. Qualcuno si sta occupando della cosa? Qualcuno ha investito gli esperti agronomi per studiare soluzioni?”, aggiunge il presidente dell’Ordine degli Architetti che ripassa la palla: “Ecco un altro tema che ItaliaNostra potrebbe affrontare in fretta”.

Nessuna spiegazione ufficiale, invece, è ancora arrivata dal Comune in merito alla questione. Trattandosi del parco più antico della città, l’unico del centro di fondazione, sarebbe utile, se non doveroso, illustrare le ragioni di una variazione così importante che snatura il progetto e l’opera in corso di realizzazione, mutando l’ immagine complessiva degli storici Giardinetti, oggi Parco Falcone e Borsellino.

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