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la polemica

Da canne della palude a lance appuntite, Italia Nostra: “Il Comune fermi la nuova recinzione di Parco Falcone e Borsellino”

La lettera ricorda che il progetto vincitore del bando prevedeva altro e che serve rispettarne la qualità architettonica

LATINA –  Nel progetto doveva evocare le canne al vento della palude pontina, ma la nuova recinzione di Parco Falcone e Borsellino,  sembra tutt’altro. Con quelle pericolose punte in cima che hanno fatto sobbalzare più di qualcuno, tradisce il progetto esposto all’ingresso. La polemica nasce con l’installazione del primo tratto di quella che è a tutti gli effetti un’inferriata, nell’ambito dei lavori realizzati con i fondi del Pnrr.

A farlo notare con una lettera ufficiale inviata al Comune è Italia Nostra: “Chiediamo fermamente che, si fermino i lavori di posizionamento di questa recinzione e di realizzare quella del progetto vincitore di concorso. Siamo in tempo per cambiare questa immagine sbagliata e brutta che trasforma un ambiente verde, gradevole e vivibile in una zona di tipo militare con limite invalicabile”, scrive l’architetta Maria Teresa Accatino.

E’ proprio la presidente di Italia Nostra a ripercorrere la storia del Parco ricordando che “per chi da una vita ha vissuto i “giardinetti” in libertà, fu difficile accettare, negli anni ’70, la recinzione di tutto il perimetro del parco. Ma questa fu realizzata bassa, semplicemente per la sicurezza dei bambini i quali, magari giocando con la palla, non finissero a rincorrerla fino in strada. Da allora di tempo ne è passato, la recinzione in qualche modo ha resistito, ma abbiamo assistito man mano a un lento degrado del patrimonio arboreo e dell’uso incivile dello spazio. Alberi morti, malati, divelti dalla furia del vento, vandalizzati nei grossi rami strappati, specialmente dei bellissimi Cedri dell’Himalaya. La presenza di giochi e giostre improprie hanno contribuito a desertificare aree una volta con alberi”.

Ma non è la funzione della recinzione ad essere messa in discussione da Italia Nostra. Visto il degrado cui l’area è andata incontro negli anni, a causa delle frequentazioni, dell’incuria e degli atti di vandalismo, una recinzione si rende oggi utile e necessaria.  “Constatiamo  – scrive Accatino – che non viene realizzata come da progetto, per di più esposto in immagine realistica agli ingressi del parco. Vediamo una recinzione tipo gabbia con strumenti di tortura in cima. E’ un pessimo segnale per una città che proprio in questi giorni gode dell’approvazione di un Decreto Legge per festeggiare il prossimo Centenario ponendo Latina al centro dell’interesse nazionale e internazionale. Chi ha dato l’ok per questa variante stilistica?
E ci chiediamo: quante altre cose verranno realizzate in forma diversa in nome di ribassi d’asta? L’Ordine degli Architetti di Latina cosa fa in difesa della qualità architettonica dei progetti e del rispetto della professione?”.

Critiche anche ad alcune potature che potrebbero togliere stabilità agli alberi: “Cogliamo l’occasione  – conclude Accatino – per far presente che, se da una parte si opera giustamente la deviazione della recinzione per salvare alberi importanti, dall’altra si stanno tagliando rami e radici grandi come tronchi. Chi sovrintende a tali opere? Non è agli operai edili dare questa responsabilità in quanto non tenuti a sapere metodi per potature e tagli scientifici”.

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