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ORTOFRUTTA, SETTORE IN GINOCCHIO
L’allarme della Coldiretti

LATINA – Ortofrutta in ginocchio in provincia di Latina. A lanciare l’allarme è la Coldiretti che denuncia la gravissima crisi che attraversa il settore ortofrutticolo, tra i comparti più importanti dell’economia pontina. «A seguito anche della psicosi da batterio killer – spiega il direttore della Coldiretti di Latina Saverio Viola – le forniture delle produzioni sono praticamente bloccate. Nella filiera, come sta avvenendo anche per il settore del latte, a rimetterci è solo l’imprenditore e, anche per questo, dobbiamo reagire con vigore».

La Coldiretti di Latina sta organizzando una grande mobilitazione per la prossima settimana, che riguarderà il capoluogo pontino, ma anche la capitale, scelta come simbolo per evidenziare questo grande disagio. «Spiegheremo ai consumatori che della somma che loro pagano acquistando il prodotto, ai produttori restano le briciole. Per le angurie – cita ad esempio Viola – siamo sui 3 centesimi a chilo, che diventano 50 per i pomodori ciliegini e scendono a 40 per i cetrioli. Per i pomodori San Marzano a grappolo ai nostri produttori arrivano appena 30 centesimi. L’anno scorso, nello stesso periodo, i prezzi, per gli stessi prodotti, riservati agli agricoltori, erano superiori del 75%. Così non si può più andare avanti». In provincia di Latina sono oltre 8.000 i produttori messi in ginocchio e con loro oltre 15.000 addetti rischiano il posto di lavoro, con problematiche anche di natura sociale. «Le motivazioni della crisi sono diverse – sostiene la Coldiretti -dall’andamento meteorologico, che ha provocato la maturazione contemporanea di produzioni diverse, all’emergenza ”Escherichia Coli” /batterio killer”, che ha causato il contenimento dei consumi». Sotto accusa, ci sono anche l’inadeguatezza delle normative comunitarie per la prevenzione e la gestione delle crisi di mercato e la distribuzione commerciale.

La Coldiretti chiede alle Istituzioni di intervenire presso la grande distribuzione per sottoscrivere l’accordo interprofessionale, già firmato dal resto della filiera, regolamentare l’uso del sottocosto dei prodotti ortofrutticoli e l’uso della scontistica, ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili, fissare l’obbligo di una corretta informazione al consumatore sulla stagionalità. L’organizzazione pontina nei mesi scorsi ha distribuito alla Caritas delle provincia di Frosinone e Latina tonnellate di prodotto altrimenti destinate al macero. «Se la situazione non cambia i produttori saranno costretti a lasciare in campo i propri prodotti a discapito dei consumatori – sottolinea Viola – in modo da risparmiare almeno le spese di raccolta, visto che, comunque, non c’è niente da guadagnare. Siamo a prezzi dimezzati rispetto a dieci anni fa, con costi di produzione cresciuti a dismisura. Ma il consumatore non beneficia del crollo verticale dei prezzi perché al dettaglio i costi restano alti. A causa delle distorsioni, delle inefficienze e delle eccessive intermediazioni nel passaggio della frutta dall’azienda agricola al carrello della spesa i prezzi possono aumentare anche di 5 o 6 volte».

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