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14 settembre

Una cerimonia per Amerigo Sterpetti, il poliziotto di Cori caduto nella lotta per la Liberazione dal nazifascismo

il ricordo sabato in piazza di Sant'Oliva

CORI – Si deve a un poliziotto di Cori, il primo atto della Resistenza contro il nazifascismo. A lui, la guardia Amerigo Sterpetti, sarà dedicata la cerimonia in programma sabato 14 settembre 2024 alle ore 17.30 in piazza Sant’Oliva, per l’80° anniversario della liberazione d’Italia, promossa dal comitato Anpi provinciale di Latina, amministrazione comunale di Cori, con la partecipazione della sezione Anpi ‘Maurizio Giglio’ di Roma. Sterpetti è ricordato come il primo caduto della Polizia di Stato nella lotta di liberazione durante la battaglia di Roma. Interverranno Teresa Pampena, presidente Anpi provinciale Latina, Mauro De Lillis, sindaco di Cori, Vittorio Berti, presidente sezione Anpi ‘Maurizio Giglio – appartenenti Polizia di Stato’.

“Amerigo Sterpetti, giovane militare corese, primo caduto italiano nella difesa di Roma dall’occupazione nazista – afferma il primo cittadino di Cori Mauro De Lillis – diede la vita per l’ideale della libertà e giunse all’estremo sacrificio nell’adempimento del proprio dovere. I tedeschi cercarono di impadronirsi della sua mitragliatrice, mentre Amerigo rimaneva incollato all’arma. Centrato prima da un colpo di pistola sparato a bruciapelo, mantenne la posizione infliggendo perdite agli assalitori che lo finirono a pugnalate. Un gesto eroico, meritevole di pubblico onore”.

Ad Amerigo Sterpetti è stata intitolata anche una via a Roma, nel quartiere Cassia, XV municipio, mentre i suoi resti sono tumulati nel cimitero di Cori. Ne mantiene vivo il ricordo nella sua città una lapide commemorativa in via Lago Vetere. Il suo gesto eroico è stato ricordato dalla scrittore Antonio Pennacchi, nel romanzo ‘Canale Mussolini. Parte seconda’.

CHI E’ – Amerigo Sterpetti, agente della Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), deceduto all’età di 21 anni il 9 settembre 1943 e decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare, nacque a Cori il 13 maggio 1922 da Goffredo Sterpetti, originario di Cappadocia (AQ) ma nato a Roma, e dalla corese Maria Cassandra. Amerigo era descritto come un giovane robusto e volenteroso, che aveva lavorato come manovale a Roma prima di arruolarsi nel 4° Reggimento ‘Genova Cavalleria’ nel 1942. Dopo aver presentato la domanda di reclutamento nella Polizia dell’Africa Italiana, corpo istituito dal ministero delle Colonie nel 1936, Amerigo era stato ammesso al corso di addestramento nel 1943 concludendolo con ottimi risultati. Dal ’43, dopo la perdita di buona parte dei possedimenti coloniali, il corpo di polizia era stato dislocato in Italia, per lo più a Roma, per difendere la capitale del decadente Stato fascista. Dopo l’8 settembre, i soldati rimasti a Roma si erano organizzati per resistere all’accerchiamento dei nazisti. Il battaglione ‘Luigi Amedeo di Savoia’ della P.A.I., nel quale era stato inquadrato il giovane Sterpetti, era impegnato nei pressi dell’attuale ponte della Magliana, che all’epoca era in costruzione e rappresentava un’importante infrastruttura per scavalcare il Tevere. Il 9 settembre 1943 la P.A.I. fronteggiava un reparto di paracadutisti tedeschi alla Magliana. Gli italiani avevano resistito strenuamente e le loro forze in campo si erano drasticamente ridotte. Il coraggio da solo non bastava a fermare l’avanzata del nemico. Amerigo Sterpetti sparava senza fermarsi e non sembrava intenzionato a cedere terreno ai tedeschi. Circondato dai nemici, non abbandonò la mitragliatrice e la piccola trincea fino alla morte: un colpo di pistola lo prese alla testa. Ferito, i tedeschi lo finirono con una pugnalata. Dopo la liberazione di Roma il 4 giugno 1944, le gesta eroiche di Amerigo Sterpetti furono ricostruite con il contributo di numerose testimonianze e gli valsero il conferimento della Medaglia d’Argento al Valor Militare «alla memoria» il 27 maggio 1952, per volere di Randolfo Pacciardi, ministro della Difesa del VII governo guidato dal democristiano Alcide De Gasperi: “Capo arma tiratore di un plotone di mitraglieri, durante aspro combattimento, aggredito da elementi nemici che gli sparavano un colpo di pistola a bruciapelo, pur colpito a morte, reagiva ancora col fuoco della sua arma infliggendo perdite agli assalitori che lo finivano poi a pugnalate. Magliana (Roma), 9 settembre 1943”.

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