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l'inchiesta

Morto sul lavoro, Marco Mauti era di spalle forse fuggiva quando è stato colpito alla testa dal metallo del serbatoio esploso

La vittima e il suo collega ferito gravemente avevano messo sotto pressione un grosso contenitore per provarne la tenuta

LATINA – Marco Mauti era di spalle forse fuggiva quando è stato colpito alla testa dal metallo del serbatoio esploso. E’ la prima ricostruzione di quanto accaduto nell’azienda Pst di Via Nascosa in cui mercoledì pomeriggio ha perso la vita l’operaio di Cisterna morto nell’esplosione di un grosso serbatoio in metallo. Il collega che era con lui, che è rimasto gravemente ferito, è stato operato nelle scorse ore al San Camillo di Roma dove i sanitari stanno cercando di salvargli la vita.

L’azienda è sotto sequestro per congelare la scena dei fatti. Secondo quanto risulta da una prima ispezione sul corpo dell’uomo e dall’evidenza dei segni,   i due erano impegnati nel collaudo di un serbatoio che era stato prodotto nella stessa azienda specializzata in carpenteria metallica. Il contenitore di grandi dimensioni, alto circa tre metri e dalla capienza di 500 lt,  era stato messo sotto pressione insufflando all’interno aria compressa per verificarne la tenuta. Le conseguenze dell’operazione, sono state disastrose.

Probabilmente Mauti si è accorto che qualcosa non andava e ha cercato di allontanarsi, ma questo non è bastato a salvargli la vita: è morto sul colpo.  Secondo la ricostruzione iniziale della squadra Mobile intervenuta sul posto, i due operai sono stati investiti prima dall’onda d’urto e poi colpiti dai pezzi in metallo anche di grosse dimensioni, sparati in aria dalla forza dell’esplosione. E’ proprio così che ha perso la vita il 58enne, raggiunto da una porzione di metallo sul capo mentre era già di spalle. Un altro pezzo ha invece raggiunto la gamba del collega che presentava una profonda e gravissima ferita e che resta in prognosi riservata e in pericolo di vita.

L’inchiesta della Procura della Repubblica di Latina per arrivare alla verità, dovrà chiarire prima molti aspetti tecnici delle procedure aziendali, e si attende nelle prossime ore la relazione degli esperti dell’ispettorato della Asl di Latina. Poi sarà a ascoltata la titolare dell’azienda che era in sede al momento dei fatti, e a seguire saranno sentiti eventuali altri testimoni. Sarà necessario capire se i due operai abbiano seguito le procedure previste, se ci siano stati inconvenienti tecnici dovuti ad un malfunzionamento di qualche componente, se il materiale utilizzato in lavorazione possa aver avuto un ruolo, se fossero state predisposte tutte le misure necessarie a rendere sicura l’operazione. Insomma, sono tante le domande cui bisognerà dare una risposta.

L’autopsia sul corpo di Mauti sembra un passaggio obbligato così come è possibile che la Procura ritenga necessario nominare dei tecnici.

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