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Legge sul fine vita, Tidei e Marotta: “Nel Lazio necessario colmare un vuoto normativo”

I due consiglieri regionali decisi a portare il tema nella discussione sul collegato al bilancio

Portare la discussione sul fine vita, che è un tema trasversale, nel collegato al bilancio del Lazio. L’obiettivo è stato annunciato dai consiglieri regionali  Marietta Tidei (Iv) e Claudio Marotta (Avs): “Non c’è più tempo da perdere. La maggioranza di centrodestra affronti senza pregiudizi una discussione seria”, dicono i due esponenti politici, ricordando che  “il centrodestra non ha ritenuto finora opportuno avviare la discussione in consiglio regionale sulla proposta di legge che abbiamo presentato aderendo alla campagna Liberi Subito della associazione Coscioni”.

“A tal fine ci apprestiamo a presentare degli emendamenti normativi affinché si provveda a disciplinare i ruoli, i tempi e le procedure, sottraendo la decisione alla discrezionalità delle Asl. Appare infatti chiaro che, in assenza di una legislazione nazionale dovuta a un mancata risposta del Governo a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, sia necessario a livello regionale colmare un vuoto normativo e dare risposte concrete su un tema così delicato. I nostri emendamenti in particolare riguarderanno l’istituzione di una Commissione medica multidisciplinare presso le aziende sanitarie regionali, deputata a effettuare le verifiche mediche relative alla sussistenza delle condizioni di accesso e alle migliori modalità di esecuzione dell’aiuto alla morte volontaria in linea con quanto indicato dalla Corte costituzionale. Inoltre, verteranno sulle procedure e sulle tempistiche, decorrenti dalla presentazione della domanda da parte della persona interessata, che dovranno essere rispettate dalle strutture competenti. Sappiamo che su questa tematica, indipendentemente dal colore politico, c’è sensibilità tra tanti consiglieri e ci auguriamo quindi che possa iniziare finalmente una discussione senza pregiudizi in un ambito che riguarda i diritti civili delle persone” concludono Tidei e Marotta.

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