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Latina, parziale retromarcia sulla recinzione a punta in Parco Falcone e Borsellino: si farà ma l’idea è di stondarla

Rosolini: "Il Parco è un monumento bisogna rispettarne la storia". Ciolfi: "Protezione dagli atti vandalici necessaria, ma non così"

LATINA – «Sulla recinzione a punte acuminate del Parco Falcone e Borsellino la maggioranza fa un parziale dietrofront e propone una soluzione con offendicula più piccoli e stondati, o almeno così è stato detto in commissione. Speriamo si vada fino in fondo, perché le lance viste nel prototipo sono pericolose per la pubblica incolumità, soprattutto degli adolescenti che sappiamo capaci di bravate». Lo riferisce la capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi, al termine dei lavori della commissione Trasparenza che si è riunita giovedì mattina, per fare il punto sull’avanzamento del progetto di rigenerazione urbana del parco cittadino. Il dibattito è stato lungo e ha evidenziato posizioni nettamente opposte e non conciliabili.

Nel corso della seduta hanno parlato, invitati dalla presidente Floriana Coletta, il presidente dell’Ordine degli Architetti, Massimo Rosolini  e la presidente di Italia Nostra Maria Teresa Accatino ribadendo in sostanza entrambi che una recinzione alta due metri e mezzo e a punta (diversa da quella di progetto)  snaturerebbe il parco centrale in una città che si appresta a celebrare il suo Centenario con una legge ad hoc.

“Sollecitato dalla collega Accatino, quando ho visto la nuova recinzione a punta, mi è venuto quasi un colpo  – ha detto Rosolini  – In un parco di fondazione si voleva inserire un manufatto di tipo Ottocentesco. E’ una considerazione stilistica, ma per noi ha un significato, perché il Parco ai sensi della Legge sul Paesaggio è un monumento, e quindi c’è la necessità di rispettarne la storia. E’ importante mantenere il carattere originario”, ha aggiunto Rosolini. Quanto alla necessità di difenderlo da attacchi esterni: “Basterebbero una siepe, la videosorveglianza e il passaggio delle forze di polizia. Sfido chiunque a dire che ci sia nel parco un problema importante di sicurezza”. Il presidente degli Architetti e Paesaggisti auspica un dibattito aperto anche ai cittadini.

L’architetta Accatino ha ribadito dal canto suo quanto scritto nell’intervento di agosto che ha dato il via al dibattito  e che aveva raccolto molti consensi e preoccupazioni. Ricordando l’impianto originario del Parco, la professionista ha sottolineato la difficoltà di accettare l’idea che con il nuovo progetto diventasse recintato, ammettendone comunque  la necessità, ma ribadendo la contrarietà delle inferriate: «L’idea di una recinzione importante per il parco come quella prevista dal progetto aveva un suo garbo – ha detto – molto diversa da quella con le punte. Poi ha ironizzato rilanciando il commento di un cittadino: “mancano i leoni e poi siamo al circo”».

Nello spiegare la sua netta contrarietà alla recinzione con punte acuminate, Ciolfi cita i progetti di fattibilità tecnica in cui «si legge chiaramente – sottolinea – che gli obiettivi dell’intervento di riqualificazione sono restituire alla città un’area fruibile e un luogo di aggregazione e in cui si ricorda la storia del parco cittadino, quando in origine era attraversato dai veicoli, dunque fuso con il resto della città, senza confini né muri di cinta. Come movimento – continua la consigliera – riteniamo utile prevedere una forma di protezione del parco dagli atti vandalici, tanto che era stata proposta nel programma elettorale del 2021, ma senz’altro diversa da quella a lance del prototipo». Se il parco di Latina è un parco urbano sul tipo del Central Park a New York – aggiunge Ciolfi -non ci risulta che Central park sia stato chiuso con inferriate acuminate.

Hanno difeso le scelte dell’ente prese da tutta la maggioranza con la sindaca Celentano,  i consiglieri Valletta della Lega e Anzalone di FI che ritengono necessarie soluzioni di chiusura dell’area verde ribadendo che gli offendicula (i ferri a punta) si possono usare a tutela della proprietà privata installando segnalazioni di avviso adeguate. Valletta non la pensa come Rosolini e descrive una vera e proprio emergenza sicurezza elencando stupri, atti di bullismo e cessioni di droga all’interno di Parco Falcone e Borsellino: “Un bene così prezioso che per anni è stato trascurato.. dobbiamo chiudere questo spazio, e non metteremo né tigri, né leoni, ci metteremo bambini e anziani – dice nel suo intervento – . Gli offendicula  – conclude Valletta  – sono legittimi. I cancelli saranno aperti a orari e sarà un luogo bello da vivere, protetto e tutelato”. Anzalone rincara la dose fa l’ elenco dei reati che si sono consumati nel Parco ringraziando le forze dell’ordine per il loro impegno che non basta a rendere sicura l’area e dice “io la recinzione l’avrei fatta alta quattro metri”. E poi perché preoccuparsi di chi pensa a scavalcare  “se non si può entrare – conclude –  non si deve scavalcare”.

L’assessore Massimiliano Carnevale sottolinea gli elevati costi degli arredi che saranno posizionati negli storici Giardinetti ribandendo la necessità di proteggerli da atti vandalici:  “Se venissero danneggiati poi è colpa del Comune e l’amministrazione non avrebbe le risorse per rifarli”.

“Per tutti noi è importante che il progetto di ristrutturazione del parco cittadino vada avanti ma è altresì importante che lo si faccia bene, che quei soldi vengano spesi bene ma temo che alcune scelte che si stanno compiendo non vadano nella giusta direzione – è il commento del consigliere di Lbc Dario Bellini  – . Se da una parte le tante rimostranze registrate avranno sicuramente portato l’attuale amministrazione a rivedere la fattura di quelle lance che da quanto appreso oggi in Commissione verranno realizzate molto più arrotondate dall’altra rimango preoccupato perché la struttura in metallo poggerà a quota terreno su una base di cemento. Questo aspetto tecnico, oltre che estetico, mi fa temere per la tenuta negli anni dell’inferriata per la quale il continuo contatto con l’acqua e l’umidità proveniente dal terreno, non sarà certo un toccasana. Sarebbe necessario se non proprio un muretto almeno un rialzo dalla quota terreno per salvaguardare maggiormente la recinzione negli anni”.

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