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innchiesta sulle cause

Incidente mortale alla Pst di Via Nascosa, si riaccende il dibattito sulla sicurezza sul lavoro

Sempre grave un secondo operaio ricoverato a Roma

LATINA –  La tragica morte di Marco Mauti, l’operaio 58enne di Cisterna morto dopo essere stato raggiunto dalle schegge metalliche di un boiler esploso nell’azienda di Via Nascosa a Latina in cui stava lavorando riaccende il dibattito sulla sicurezza sul lavoro. Un bilancio pesante per l’incidente che ha coinvolto anche un secondo operaio, ricoverato in gravissime condizioni al San Camillo di Roma su cui è in corso l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Latina per chiarire cause e responsabilità di quanto accaduto.

«Ancora un lavoratore che esce di casa e non vi fa più ritorno. Ancora una volta nel nostro territorio. Il tema dell’attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro non è più rinviabile nell’agenda di istituzioni e organi preposti». Sono le parole del segretario provinciale del Partito democratico, Omar Sarubbo, a commento della notizia dell’esplosione avvenuta ieri pomeriggio all’interno dell’azienda “Pst”.

Proprio l’altro ieri l’Inail ha comunicato gli ultimi dati delle morti sul lavoro. «Numeri impressionanti – afferma il responsabile provinciale del Lavoro, Paolo Bovieri – che li ricorda: 577 incidenti mortali dall’inizio dell’anno, con aumento del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le denunce di infortunio nei primi sette mesi del 2024 sono cresciute dell’1,7% per un totale di oltre 350.000 rispetto a luglio dello scorso anno».

«Uno scenario allarmante che non può essere ignorato», sottolineano di due esponenti Dem.

Dalla Confail, la riflessione che succede nuovamente in provincia di Latina. ” Ci avviamo a competere per il più triste dei primati, quello che nessuno vorrebbe mai vantare – scrive in una nota il segretario Gianni Chiarato – E siamo certi che tutte le componenti della filiera del lavoro, a cominciare da ogni lavoratore ed ogni lavoratrice per continuare alle organizzazioni sindacali e datoriali, alle istituzioni di tutela e garanzia per finire a tutta la società civile, inorridisce ogni volta ed ogni volta si chiede perché. Per quale ragione, per quali errori ogni giorno si ripete questa tragedia. La morte di una persona che ha commesso l’errore di essere andata quel giorno a lavorare è troppo assurda da poter essere accettata. Noi non ci arrendiamo – aggiunge Chiarato – non crediamo che la soluzione sia nell’accettare il fatto che sia fisiologica la percentuale di
perdita di vite umane mentre in Italia si lavora. E continuiamo a chiedere alle istituzioni di governo del nostro paese di assumere una posizione decisamente reattiva e propositiva. Le nostre proposte sono sul tavolo del Governo, del Parlamento e del Senato della Repubblica e riguardano il cambio di prospettiva sulla qualità della formazione alla sicurezza. Che deve essere patrimonio acquisito da ogni studente e studentessa d’Italia, sin dai primi cicli di apprendimento. Abbiamo approntato uno studio per fare in modo che l’Intelligenza Artificiale sia al servizio dei migliori sistemi di protezione dai rischi di incidenti in ogni attività, da quella più semplificata a quella dove l’impatto fisico è più elevato. Agire senza indugi, di affrontare alla radice il problema, come vuole ogni cittadina e cittadino del nostro paese”.

SATNAM E GLI ALTRI – A Latina l’attenzione è rimasta alta da giugno in poi con un aumento vertiginoso dei casi gravissimi: il 5 giugno un 38enne è rimasto ucciso da un mezzo meccanico in un’azienda di logistica a Borgo Santa Maria; pochi giorni dopo un giovane è morto precipitando la tetto di un capannone a Campoleone;  il 19, la tragica morte di Satnam Singh, il bracciante indiano del cui omicidio è accusato il datore di lavoro che non lo ha soccorso dopo che un trattore avvolgiplastica gli aveva strappato un braccio. Il 23 giugno la morte di Luigi Guerriero un 62 enne causata dalle ustioni riportate nell’incendio del campo sull’Appia in cui lavorava su un mezzo meccanico, solo per ricordare gli incidenti sul lavoro più recenti e tragici.

“Per arrestare l’inaccettabile strage sui luoghi di lavoro l’indignazione non basta più. Serve costruire un sistema che garantisca maggiori tutele ai lavoratori investendo sulla prevenzione, sul potenziamento dei controlli e sulla formazione. In tal senso, l’UGL guarda con favore alla prosecuzione del tavolo di confronto avviato al Ministero del Lavoro per discutere degli interventi necessari a contrastare il fenomeno delle cosiddette morti bianche, garantire l’effettiva attuazione di misure come la patente a punti per le imprese e il coordinamento del personale ispettivo”. Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, e Armando Valiani, Segretario Regionale UGL Lazio, in merito all’incidente sul lavoro in cui ha perso la vita un operaio mentre un secondo è rimasto ferito gravemente in seguito all’esplosione di un serbatoio di gas in un’azienda di impiantistica a Latina.

“Esprimo il mio cordoglio per l’operaio morto sul lavoro a Latina e la mia vicinanza alla sua famiglia e a quella dell’altro operaio rimasto gravemente ferito e ricoverato all’ospedale San Camillo di Roma. Questo nuovo incidente e i numeri diramati in queste ore, che parlano di una ‘situazione allarmante’, con 62 morti nel Lazio da gennaio a luglio, ci richiamano come Istituzioni, a tutti i livelli, dal Governo nazionale a quello regionale assieme a tutte le forze politiche e parti sociali, a un maggiore senso di responsabilità affinché siano poste in essere misure di prevenzione più incisive, rafforzati controlli e investimenti per prevenire infortuni e morti sul lavoro”. Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia.

 

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