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Latina 2032

Legge sul Centenario, la sindaca Celentano: “Presto un Consiglio comunale solenne per presentarla nella sede istituzionale”

L'opposizione: «Sfida unica per la città del futuro. Vigileremo che sia per il bene collettivo e senza nostalgie»

LATINA – “Una legge per Latina che ci assegna 9 milioni di euro per celebrare nel 2032 il Centenario della ‘Città del ‘900, città delle acque, città dell’accoglienza’. Latina è l’unico capoluogo di provincia italiano ad avere meno di 100 anni, ma una storia densa di eventi e molto significativa. Latina è l’unica città a ricevere questo importante credito dallo Stato, frutto di una proposta parlamentare, per celebrare la sua storia, tanto giovane quanto intensa, con un modello sociale ricco di unicità. Faremo del nostro meglio per utilizzare questo credito e presentare la nostra città nella sua dimensione migliore e autentica”. Lo ha detto la sindaca di Latina Matilde Celentano nel corso della conferenza stampa che si è tenuta sabato al Circolo Cittadino per la presentazione della legge che reca “Disposizioni per la celebrazione del centenario della città di Latina 1932-2032” definitivamente approvata giovedì scorso.

“E’ un momento storico per la nostra comunità – aggiunge la prima cittadina ringraziando il senatore Nicola Calandrini che è stato primo firmatario della legge approvata anche con le opposizioni – La nostra città avrà l’opportunità di realizzare un’offerta culturale non soltanto attrattiva per l’anno delle celebrazioni ma duratura nel tempo, in grado di promuovere all’estero il territorio. Un territorio unico, bello, bellissimo, strappato alla palude e reso fertile attraverso le opere di ingegneria idraulica, reso salubre attraverso una massiccia campagna antimalarica, edificato e dotato dei servizi del vivere civile cresciuti di pari passo con la comunità”.

Rimarcando il “successo dell’operazione parlamentare, portata a termine a tamburo battente”, Celentano annuncia che chiederà quanto prima la convocazione di un Consiglio comunale straordinario e solenne per la presentazione della legge nella sede istituzionale della città ricordando che la legge per il Centenario di Latina “ci consegna anche uno strumento fondamentale per realizzare il progetto”: “E’ la Fondazione “Latina 2023”, un ente di diritto privato costituito dal Ministero della Cultura, al quale potranno partecipare la Regione Lazio, la Provincia di Latina, il nostro Comune e altri soggetti pubblici e privati, ivi incluse le università”.

Plauso anche dall’opposizione: «È un risultato importante per la città e la sua provincia, un’occasione per pensare al suo futuro e lanciare la sfida per costruire una città moderna e accogliente, con un’economia dinamica che abbia al centro i giovani e le loro prospettive» dichiarano i consiglieri comunali di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032. Il decreto legge, presentato a prima firma dal Senatore Calandrini, vede il contributo delle forze di opposizione in Parlamento (Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Azione) insieme ai movimenti LBC e Per Latina 2032, che hanno presentato emendamenti al disegno di legge e contribuito al suo miglioramento. «Un ringraziamento ai Senatori e Deputati di opposizione delle commissioni Cultura di Camera e Senato per l’impegno e la disponibilità in tutto l’iter di approvazione».

«La legge – ribadiscono le forze di opposizione – rappresenta un’opportunità per la nostra città: riportare la cultura al centro del dibattito, non solo cittadino, ma soprattutto nel cuore degli investimenti e della sua progettualità con uno sguardo alla sostenibilità ambientale, che è la grande sfida del nostro tempo. Abbiamo ritenuto di importanza fondamentale portare il nostro contributo per indirizzare la legge verso un risultato che andasse a beneficio dell’intera comunità cittadina e uscisse dalle pastoie della nostalgia. La futura Fondazione del Ministero della Cultura dovrà rappresentare non solo tutta la città ma tutto il Paese, nel rispetto delle differenze e della pluralità di espressione, ed evitare ogni possibile scivolamento ideologico e nostalgico».

Per i gruppi di opposizione la strada da percorrere è chiara: «Valorizzare la storia di Latina nella sua interezza a partire anche da prima della fondazione, proseguendo con la liberazione dal nazifascismo, che ci auguriamo il Comune voglia celebrare approvando la mozione presentata, per parlare della ricostruzione e dello sviluppo economico con la Cassa per il Mezzogiorno, passando dagli anni Settanta fino al Duemila, non nascondendo i periodi di crisi e pensando alle cittadine e si cittadini di domani. Senza tralasciare il filone delle migrazioni a partire dai coloni provenienti da Veneto, Friuli, Emilia, a seguire con l’esodo dei Giuliano Dalmati, il campo con i profughi dell’Est Europa, le crisi tunisina e libica. Sarà l’occasione per fare i conti con i risultati raggiunti, ma anche con i fallimenti che ci sono stati e indagarne le motivazioni, un’occasione per ripartire con la consapevolezza che serve a una comunità che vuole progredire e creare opportunità di sviluppo economico, sociale e culturale per l’intero territorio provinciale. Affinché la città svolga fino in fondo il suo ruolo di capoluogo».

Questo il percorso ideato, che deve portare da qui al 2032 a essere una vera capitale italiana della cultura. Questa la sfida e la direzione del contributo dato dall’opposizione con una serie di emendamenti redatti ai tavoli di lavoro, in particolare sull’attenzione alla partecipazione, sul rigore delle procedure e sul tema di verifica dei risultati attesi come punto di partenza per il miglioramento dei progetti stessi.

«La legge sul Centenario apre una fase nuova nella città, è una sfida da cogliere il cui esito non è scontato. Per volgerla in positivo – sottolineano i consiglieri – c’è bisogno del coinvolgimento della comunità nelle sue varie espressioni: imprenditoriali, del lavoro, dei giovani, della scuola, del terzo settore, dell’artigianato, dei singoli, dei Centri Studi e di Ricerca, dei gruppi spontanei. Non mancheranno divisioni e scontri sulla visione del futuro, ma dovranno essere finalizzati a trovare punti di coesione che creino benessere per tutti e colmino disuguaglianze e povertà. Servirà la saggezza di una classe dirigente diffusa che abbia come riferimento il bene collettivo. Ora inizia il vero lavoro, che è fatto di progetti, idee, confronto con la comunità locale, nazionale e non solo: sarà un modo per aprire la città al mondo».

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