LATINA – «Un Piano presentato in pompa magna, con toni entusiastici e risultati in termini di risparmio di cui andare fieri, ma dietro il quale si cela una manovra furba che parla alla pancia dei cittadini. La riduzione del 7-8% dei costi in bolletta è un obiettivo modesto di cui è troppo facile farsi vanto dopo l’aumento del 30% deciso dal commissario prefettizio, che ha portato Latina nella top ten delle città italiane con la Tari più alta». Così i gruppi consiliari di opposizione a margine del Consiglio comunale odierno in cui è stato illustrato e votato il nuovo Piano Economico Finanziario del servizio di igiene urbana.
I consiglieri di opposizione si dicono «profondamenti insoddisfatti di fronte a un Piano transitorio, come rilevato dallo stesso assessore Addonizio, e lacunoso dal punto di vista della progettualità e visione politica». E sulla scelta annunciata dalla giunta di adottare un sistema misto per la raccolta differenziata a partire dal 2025: «Legittimo, ma è un azzardo. Si fa una brusca retromarcia rispetto al piano industriale precedente e al porta a porta su tutto il territorio comunale per un modello anomalo, con tre sistemi di raccolta diversi, che creerà situazioni ingovernabili, con una raccolta differenziata che raggiungerà al massimo il 65% nel 2026, e dubbi risvolti positivi sul fronte del decoro. Inoltre una raccolta Pap frenata, con un sistema misto, genera confusione e cittadini di serie A e serie B».
«Affidarsi a diversi sistemi di conferimento – sottolineano dall’opposizione – continuerà a condannare i contribuenti onesti a pagare il servizio anche per tutti quelli che non lo pagano. E la Tari non scenderà per via dei troppi secchioni sparsi su un territorio non controllato. Il buon senso dovrebbe suggerire, invece, di aggredire l’evasione della tassa, che in città è ancora al 34%. È questa l’unica azione che può portare a veri risparmi per i cittadini».
«Si rivendica un milione di utile nel bilancio di Abc quando l’azienda, essendo pubblica, è tenuta al pareggio» sottolinea il movimento di Lbc. «Soprattutto, è un utile derivato da un regime di spending review imposto all’azienda a cui è stato chiesto di camminare col freno a mano tirato, come da verbale del CdA di marzo scorso. Il risultato di un pessimo servizio è sotto gli occhi di tutti, con la città sporca e un’azienda in evidente sofferenza. Se il porta a porta funziona male è responsabilità di quest’amministrazione che non ha operato per aumentare i controlli. Da mesi aspettiamo che parta il servizio di guardie ambientali per il contrasto all’abbandono dei rifiuti in città».
Critico anche il Partito democratico con i consiglieri dem che sottolineano: «Tenere frenata l’azienda è tutt’altro che un risultato di cui essere orgogliosi. Il contenimento dei costi è uno specchietto per le allodole: se è interesse dell’amministrazione differenziare, come detto dagli assessori Nasti e Addonizio e dalla maggioranza, la scelta di interrompere il PaP per i bidoni intelligenti in centro è una scommessa difficile da vincere. La riduzione in bolletta non è l’unico obiettivo da porsi, ci auguriamo anche un innalzamento della differenziata perché le esigenze di tutela ambientale vengono prima del contenimento dei costi, se non altro dal punto di vista valoriale».
Il M5S invita a una lettura corretta dei numeri: «I due terzi dei cittadini che pagano la Tari – sottolinea Ciolfi – non ha una riduzione dei costi in bolletta, ma un minore incremento rispetto a quello dello scorso anno. L’aumento resta comunque, a fronte di un servizio insufficiente. Una situazione che non cambierà con cassonetti intelligenti o condominiali e che non porterà sopra il 65% la differenziata. Praticamente ci tagliamo le gambe da soli. Inoltre, nel nuovo piano industriale è previsto l’acquisto di cassonetti non intelligenti che dureranno un anno, dopodiché verranno dismessi per lasciare posto a quelli intelligenti. Un inutile spreco di denaro pubblico a fronte di una maggiore produzione di rifiuti».
Anche “Per Latina 2032” solleva perplessità e preoccupazione sul sistema misto del nuovo piano industriale: «Rischiamo di fare una scommessa e finire in un vicolo cieco con un sistema che già sotto la gestione Latina Ambiente si è rivelato fallimentare, ricordiamo la raccolta differenziata ferma al 19%. Un modello che rappresenta un salto indietro e farà gli interessi delle società che gestiscono i rifiuti indifferenziati, non certo dei cittadini».