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“Ho sentito le urla di Satnam, poi il padrone che bestemmiava e ci minacciava di stare zitti. Ha fatto di testa sua”

Dalla manifestazione di Cisl e Uil il racconto di un bracciante collega della vittima tra i testimoni dei drammatici momenti

LATINA – Oltre tremila persone hanno sfilato dalle autolinee di Latina fino in piazza della Libertà per la manifestazione della comunità indiana del Lazio con i sindacati di categoria di Cisl e Uil Fai-Cisl e la UilA Uil,  per chiedere provvedimenti contro il caporalato in agricoltura dopo la morte di Satnam Singh, il bracciante agricolo indiano irregolare scaricato dal datore di lavoro lontano dall’azienda in cui si era gravemente ferito lavorando, e poi morto dissanguato.

A distanza di tre giorni dalla manifestazione indetta dalla Cgil, il sindacato che per primo e subito dopo i fatti ha denunciato l’episodio, dal palco hanno parlato tra gli altri il rappresentane della comunità indiana nel Lazio, Gurmukh Singh, i rappresentanti delle sigle sindacali che hanno promosso la nuova manifestazione, la sindaca di Latina Celentano. Drammatica la testimonianza di un collega di Satnam, Taranjeet Singh, uno dei lavoratori presente nei momenti in cui Antonello Lovato ha caricato a bordo del furgone il 31enne indiano gravemente ferito per poi scaricarlo insieme alla giovane compagna, davanti all’abitazione in cui i due vivevano, lasciandolo senza soccorsi.

IL TESTIMONE – Taranjeet che è ancora sotto shock, e che adesso è ora anche senza lavoro “dopo l’incidente  – ha detto –  non mi hanno più chiamato per lavorare” , con l’aiuto di un traduttore,  ha ripercorso i drammatici momenti seguiti all’incidente. Prima le urla del bracciante ferito, poi l’atteggiamento del datore di lavoro che urlava chiedendo a tutti i stare muti, pronunciando imprecazioni e bestemmie, poi la decisione di caricare da solo, trascinandolo, il ferito a bordo del furgone con quello che restava del braccio in una cassetta e lasciare l’azienda a tutta velocità. “Gli ho detto di chiamare i soccorsi, ma a lui non interessava nulla e ha fatto di testa sua”, ha detto Taranjeet.

La comunità indiana chiede dignità e rispetto:  «Vogliamo diritti sul lavoro. Vogliamo giustizia. Vogliamo che non succeda ancora quello che è capitato a Satnam», dice Gurmukh Singh.

I sindacati dal palco hanno chiesto a gran voce che tutte le istituzioni e la politica agiscano per evitare che accadano ancora cose del genere, ricordando che è lo stesso sistema di accoglienza dei braccianti a determinarne lo stato di clandestinità durante il quale diventano invisibili e possono essere sfruttati nei campi.

L’IPOCRISIA DI UN SISTEMA MALATO –  “Questi lavoratori vengono con permesso di soggiorno stagionale e finita la stagione finiscono nella clandestinità”. L’ipcrisia del sistema raccontata dal segretario provinciale della Uil, Luigi Garullo: “Ma le coscienze si stanno risvegliando”.

I GENITORI DI SONI ARRIVERANNO IN ITALIA – “Sconfiggere il caporalato è una guerra di civiltà. E le guerre di civiltà si vincono tutti uniti, perché nessuno può farcela da solo”, ha concluso dal palco la sindaca di Latina, Celentano che ha incontrato la moglie della vittima: “Non dimenticherò mai il suo sguardo perso nel vuoto. Una tragedia quella che l’ha colpita che non può lasciarci indifferenti. Una giovane donna privata del suo affetto più caro, lontana dalla famiglia. Per questo mi sono subito interessata affinché nell’immediatezza fosse seguita dai servizi sociali, richiedendo anche alla Asl un sostegno psicologico. Soni mi ha espresso il desiderio di volere i genitori al suo fianco in questo momento così doloroso e con lei ho preso un impegno, ovvero che mi sarei attivata personalmente per far venire qui dall’India la madre e il padre. Per questa ragione, ieri mattina, ho preso contatti con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e con la Farnesina per verificare se ci fossero le condizioni per favorire l’ingresso in Italia dei genitori della ragazza. E’ arrivata la buona notizia: la Farnesina si è attivata per il rilascio dei visti per la madre e la sorella di Soni per le quali è previsto un incontro nella sede diplomatica di New Delhi per organizzare il viaggio. Allo stesso tempo mi sono interessata affinché la giovane donna avesse nel nostro Paese una tutela legale, necessaria perché nessuno possa approfittarsi della sua fragilità, in questo momento particolare. Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Latina, l’avvocato Giovanni Lauretti, da me contattato, si è reso disponibile a fornirle l’assistenza legale di cui necessita. Per quanto riguarda il lutto cittadino preannunciato: confermo che ci sarà. Siamo in attesa di capire quali saranno le modalità con cui si svolgerà il rito funebre e le relative tempistiche per intervenire con un’apposita ordinanza che interpreterà il sentimento dell’intera città”.

LA LEGGE C’E’ VA APPPLICATA – “Questa è una vicenda di grande disumanità a cui tutti dobbiamo ribellarci, e poi deve essere uno stimolo per reagire: da una parte con una diversa gestione dei flussi migratori, fermando queste campagne d’odio strumentali nei confronti dei  lavoratori stranieri  e a cascata con una serie di azioni già previste dalla legge 199 del 2016 la legge sul caporalato che non è mai stata applicata”, ha commentato il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli

 

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