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i rilievi

Piscina scoperta, Ciolfi : “Ritardi e possibili iniquità su uso spazi acqua”

La capogruppo del M5S chiede commissione congiunta Sport-Patrimonio

LATINA – «Ad oggi non esistono tempi certi né definiti per la riapertura della piscina scoperta. Ma ciò che di grave è emerso questa mattina in commissione sono le possibili modalità inique con cui sarebbero stati fruiti finora gli spazi acqua. Un problema che va trattato al più presto nelle sedi opportune, insieme al tema della gestione dell’impianto natatorio che sollevo da mesi, con una richiesta di commissione Patrimonio-Bilancio dello scorso ottobre, rimasta a tutt’oggi inevasa, nonostante un’interrogazione discussa lo scorso ottobre». Così la capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi, dopo la commissione Personale, Cultura, Sport sulla piscina comunale, richiesta in prima istanza dal M5S e poi, a firma congiunta, da tutte le forze di opposizione.
«Oltre al ritardo citato, abbiamo appreso dall’architetto Fabio Scalzi e dagli uffici – spiega Ciolfi – che per problemi tecnici verrà installata una struttura pressostatica e non tensostatica. Una variazione al ribasso che si aggiunge ai tempi incerti, dovuta alla proposta del gestore di realizzare nuovi spogliatoi per i quali si è in attesa dei pareri degli enti coinvolti. Solo dopo, potrà essere approvata in giunta. Quando non è dato saperlo».
Il tema sollevato e ritenuto ancora più urgente riguarda la gestione degli spazi acqua: «Un tema posto all’attenzione dalle istanze ricevute da varie associazioni sportive che, da fine 2021, sono costrette ad allenarsi presso impianti di comuni limitrofi costringendo gli atleti ad una vera transumanza. Per non parlare della Centro Nuoto Latina, costretta ad allenarsi fuori città, e della Latina Pallanuoto, oggi Anzio Waterpolis, che ha dovuto abbandonare il capoluogo portando altrove il prestigio del serie A2».
«Il contratto vigente prevede l’assegnazione degli spazi acqua alle società che ne fanno richiesta secondo modalità concordate con il Comune, ma queste modalità – sottolinea Ciolfi – non sono mai
state definite, come pure le tariffe. Tema che avevo già sollevato nell’interrogazione e confermato oggi in commissione dal presidente dell’Antares Nuoto. Il quale, inoltre, ha denunciato altre situazioni di rilievo: “la piscina open, dopo la separazione delle utenze, è stata chiusa”; “l’accesso agli spazi acqua è stato negato all’Antares e ad altre realtà, ma non alle società sportive agonistiche
che fanno capo al gestore, che è anch’esso affiliato FiN e quindi anche un competitor. Le sue società hanno continuato a fruire della vasca”. Non solo: il presidente ha riferito che “è stato il concessionario, e non il Comune, ad applicare le tariffe per la fruizione e ad applicarle maggiorate rispetto alle tariffe di comuni limitrofi, arrivando a chiedere fino a 250 euro in caso di competizioni quando il contratto prevede la gratuità”».
«Le situazioni denunciate dalla società necessitano di una verifica urgente perché l’impianto è pubblico e non può essere utilizzato in maniera iniqua» tuona Ciolfi. «Tutte le società sportive di Latina, incluse quelle di nuoto sincronizzato, hanno diritto a fruirne. È necessario che il nuovo PEF tenga conto di anomalie gestionali, laddove presenti, oltre che dei vantaggi e dell’incremento di
valore del bene che deriveranno dai lavori di manutenzione ed efficientamento energetico realizzati con i fondi del PNRR; a questi lavori, infatti, è associato un abbattimento dei costi per il concessionario, garantito anche dalla realizzazione di un pozzo per il reperimento dell’acqua, autorizzato dal Comune, e dovrà essere considerato nella rimodulazione del Piano Economico Finanziario come fonte di riduzione delle spese».

«Restiamo in attesa di una commissione congiunta Sport e Patrimonio urgente, per una verifica di quanto emerso oggi, intervenendo anche presso il Direttore Generale per un coordinamento degli uffici su un tema così complesso, gravato peraltro da un lungo contenzioso che ha visto la vittoria del Comune con una sentenza che annulla il contratto in una sua parte, sentenza peraltro appellata dal concessionario»

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