LATINA – Dopo la commissione trasparenza che ha discusso il caso Avvocatura comunale balzato agli onori della cronaca dopo il conferimento dell’incarico dirigenziale alla segretaria generale del Comune di Latina Alessandra Macrì, i consiglieri di opposizione definiscono un “attacco all’Avvocatura la riorganizzazione del centrodestra che equipara il servizio legale a qualsiasi ufficio comunale privandolo della dirigenza interna”.
«Ci è stata contestata la convocazione della commissione sul tema dell’avvocatura comunale, ma la seduta di stamane ha assolto pienamente al ruolo di trasparenza che le spetta nella misura in cui maggioranza e opposizione hanno messo sul tavolo il tema della supposta illiceità dell’incarico dirigenziale affidato ad interim alla segretaria generale, Alessandra Macrì»., scrivono in una nota i consiglieri Dario Bellini (Lbc), Maria Grazia Ciolfi (M5S), Daniela Fiore (Pd) e Nazzareno Ranaldi (Per Latina 2032). «D’altronde – sottolineano i consiglieri – non abbiamo altro modo per affrontare certe delicate questioni, visto che le richieste di convocazione di commissioni avanzate come opposizione vengono ignorate a causa di un vulnus nel relativo regolamento, che prescrive almeno 4 firme per autorizzare la convocazione richiesta. Non ci sono altri margini considerato anche che in questo come in altri casi veniamo a sapere tutto dalla stampa. Alla minoranza non è concesso intervenire nel dibattito politico che orienta le scelte del Comune per la città».
«L’amministrazione – continuano i consiglieri presenti alla seduta odierna – ci ha rassicurato sul lavoro in corso per ricucire le relazioni con l’avvocatura, ma la riorganizzazione in atto è un vero e proprio attacco al settore. A fronte dell’incremento del carico di lavoro e delle competenze, infatti, non corrisponde un’adeguata implementazione del personale. Da quanto appreso in commissione, nella bozza del nuovo Regolamento del servizio avvocatura, così come modificato dall’amministrazione Celentano, è prevista la sola figura del coordinatore e non quella del dirigente interno, il cui ruolo sarebbe delegato al dirigente degli Affari Istituzionali».
«In sostanza – sottolineano i consiglieri di opposizione – si sta depotenziando l’ufficio avvocatura a tal punto da non prevedere una dirigenza interna, presente in qualsiasi altro servizio e presente nella stessa avvocatura da quando fu istituita dal Sindaco Finestra nel 1993, pur restando organo di staff. Lo conferma anche un recente comunicato stampa in cui la Sindaca afferma che l’avvocatura deve essere un corpo agile e snello e non autoreferenziale come avvenuto sino ad oggi. Ma è questa maggioranza a peccare di autoreferenzialità nel momento in cui entra a gamba tesa in un settore che per legge deve mantenere piena autonomia e indipendenza. Dispiace invece che la Sindaca, che è la diretta referente dell’avvocatura, non si sia presentata in commissione delegando l’assessora Nasti, fatto che conferma, come avvenuto in altri frangenti, quanto sia poco presente in prima persona sui temi importanti».
Il timore – concludono Bellini, Ciolfi, Fiore e Ranaldi – è che possa succedere a Latina quanto accaduto in altri comuni vicini, dove il servizio di Avvocatura comunale risulta ad oggi smantellato per le dimissioni in blocco dei legali, derivate da condizioni di lavoro inaccettabili. Ma l’Avvocatura – ed è bene farlo presente visto lo scenario attuale – ha un ruolo strategico estremamente delicato e fondamentale laddove difende gli interessi dell’Ente, ovvero della collettività»