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il progetto

Venti ragazzi con autismo e bisogni complessi avviati al lavoro con il progetto “Io al centro”

I risultati e l'appello: "Facciamoli proseguire"

LATINA“Diamo un futuro al progetto Io al centro”. E’ l’invito (appello) partito ieri da Latina dove, nella sede del Consorzio Industriale – che è anche Museo di Arte contemporanea –  sono stati presentati i risultati dell’iniziativa nata da un avviso della Regione Lazio per l’avvio dei “Centri Polivalenti per giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico e altre disabilità con aspetti complessi”. Una sperimentazione svolta secondo canoni innovativi che non può finire qui e anzi  ha bisogno di avere un nuovo orizzonte.

In due anni dall’avvio del progetto, sono stati costruiti percorsi su misura per venti ragazzi che sono stati accompagnati nel mondo del lavoro. Tanti i soggetti coinvolti in quella che è stata definita un’azione di sistema:  oltre ai venti beneficiari che hanno risposto ad un avviso pubblico, scelti fra quaranta aspiranti attraverso una selezione che li ha giudicati pronti ad affrontare l’esperienza,  sono stati coinvolti enti pubblici (Comuni e Asl), associazioni di genitori, imprenditori che hanno aperto le porte delle loro attività,  specialisti ed esperti che hanno lavorato insieme per disegnare i percorsi individualizzati, e le famiglie. Ne sono nati 17 tirocini lavorativi e tre laboratori formativi che in due anni hanno prodotto “valore”.

Un’esperienza positiva che può essere usata come buona pratica, e che chiede oggi di essere proseguita ed estesa ad altri ragazzi. Troppo pochi i venti beneficiari del percorso che oggi si trovano in bilico, perché se non venisse rifinanziata l’azione, rischiano di vedere disperso il bagaglio di conoscenze e competenze conquistato con tutto il carico di frustrazione che ne seguirebbe.

PIZZAIOLI E ARTISTI – L’esperienza è stata illustrata dalla cooperativa Ninfea, capofila, gli altri tre partner, il Centro per l’autonomia e le associazioni Diaphorà e LatinAutismo, mentre a fare da testimonial sono arrivati rappresentanti del Conad di Latina, di Hosteria 12, della  ABC Latina, di Asino chi legge, la Proloco di Sabaudia  e il gruppo di docenti e studenti del Liceo Artistico Buonarroti che hanno insegnato impegnato i ragazzi come pizzaioli, giardinieri, addetti alla ristorazione, in lavori di segreteria e amministrativi, o a realizzare il sogno di vivere disegnando fumetti. Come ha spiegato Allen Trenta presidente della Coop Ninfea.

La responsabile del progetto Patrizia D’Annibale ne ha illustrato la genesi, sottolineando l’importante lavoro di costruzione di un’ampia rete di attori svolto in fase di progettazione e di attuazione del percorso

LA ASL – “Per la prima volta parte un progetto così importante e intensivo per ragazzi con queste problematiche, un’opportunità unica. E’ un vero progetto di inclusione e mi auguro che arrivino buone notizie dalla Regione Lazio perché venti ragazzi sono stati inclusi, ma molti altri sono in attesa”, ha sottolineato la Direttrice del Dipartimento di Salute mentale della Asl di Latina, Anna Di Lelio.

SUPERMERCATO E BISTROT – Per Mario Marasca, responsabile della gestione delle risorse umane del Gruppo Conad di Latina, un’esperienza positiva che ha dato valore aggiunto all’azienda.

Sul fronte dei partner istituzionali sono intervenuti al convegno il presidente della commissione Welfare Nicola Catani e la Capo Uoc dei servizi Sociali del Comune di Latina Flora Viola, mentre il mondo della scuola è stato rappresentato dal Liceo Artistico Michelangelo Buonarroti di Latina, che i numeri indicano oggi come la scuola superiore più inclusiva.

IL LICEO ARTISTICO – Un’equipe coordinata dalla dirigente scolastica Anna Rita Leone e guidata dalle docenti Teresa Ciarmiello, responsabile dell’inclusione, e Francesca Scifoni come responsabile del progetto, con i colleghi Vincenzo Iacovella, Pasquale Fusco, Marco Tartaglione e Tommasina Renzi ha raccontato l’esperienza dei laboratori di fumetto che hanno visto lavorare allo stesso tavolo ragazzi normodotati e ragazzi con disabilità.

UNA MAMMA – “Ho capito subito che si trattava di un progetto all’avanguardia, è il progetto del futuro, una visione della disabilita’ nuova in cui la persona con disabilità è prima di tutto una persona. Questo è solo un assaggio di paradiso,  un assaggio di come dovrebbe essere già considerata nella realtà la disabilità. Noi genitori abbiamo sempre tanta paura del futuro e il nostro compito è anche quello di lasciare più strumenti possibili ai nostri figli”, ha sottolineato la signora Carla Zanchetta.

DIAPHORA’ – “I risultati hanno superato le aspettative, ora bisogna andare avanti perché tutto questo bagaglio conquistato con fatica in due anni di attività non vada disperso”, sottolinea il presidente di Diaphorà Paolo Magli

LATINAUTISMO – “Esperienza sublime – la definisce Monia Magliocco, disability manager e presidente di LatinAutismo –  ma dobbiamo fare sempre di più e per farlo serve dare continuità a questa esperienza e farla diventare progetto stabile”.

La finalità generale dei Centri Polivalenti è quella di promuovere e attuare il coordinamento tra politiche integrate, afferenti ai diversi livelli di servizio rivolti alla persona con disabilità (scolastici, sanitari, sociali, del lavoro), ai fini della realizzazione di progetti individuali con il protagonismo attivo dei beneficiari e delle loro famiglie.

 

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