SAN FELICE CIRCEO – Un quintale e mezzo di reti e altri rifiuti abbandonati in mare sono stati recuperati dai fondali nell’ambito di un’azione di salvaguardia dell’ambiente marino in un’area di 18 ettari. Materiali che mettono a rischio o uccidono la Posidonia, la pianta marina produttrice di ossigeno prezioso per il mare. Si sono chiuse sabato (14 ottobre) le attività del progetto “Noi e il mare” che ha visto l’Ente Parco Nazionale del Circeo, l’Associazione A.S.S.O., Bull Car Marine Division – in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di San Felice Circeo e con il supporto della Capitaneria di Porto di Terracina e San Felice Circeo – impegnati nel recupero di rifiuti di vario genere, oltre a reti e nasse, copertoni di auto, plastica e altri scarti abbandonati nei fondali della Zona Speciale di Conservazione marina IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina”.
“Le attività – si legge in una nota del Parco Nazionale del Circeo – sono durate parecchi giorni e hanno visto i tecnici del parco e i subacquei impegnati in diverse uscite in mare finalizzate a individuare le aree maggiormente inquinate. L’intervento ha riguardato uno specchio acqueo di 18 ettari con l’obiettivo di arrivare, con più interventi programmati, alla bonifica totale del sito. Nella giornata di venerdì le operazioni hanno visto il recupero di oltre 1500 kilogrammi di rifiuti, in particolare reti e nasse ancora pescanti. Nell’ ambito delle attività sono stati liberati anche diversi organismi marini imprigionati nelle nasse (murene, stelle marine, etc). L’attività si è ufficialmente conclusa nella mattina di sabato, con il recupero dei rifiuti da parte della ditta Del Prete per il corretto smaltimento”.
Le reti abbandonate e la pesca a strascico sono in vero flagello per questa zona a protezione speciale dove insiste una delle più grandi praterie di Posidonia oceanica del Lazio.