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la misura

La Guardia di finanza sequestra beni per 7,5 milioni di euro: contanti, 19 immobili, una Ferrari e uno yacht

Il provvedimento dopo due arresti per bancarotta fraudolenta

LATINA – Beni per sette milioni e mezzo di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Latina ad una società di capitali attiva nel settore della logistica merci. La misura segue l’inchiesta che  aveva portato lo scorso anno all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’amministratore di fatto, e del responsabile legale di un’impresa operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti, entrambi per le ipotesi di bancarotta fraudolenta per aver depauperato il patrimonio aziendale di una società, in grave dissesto finanziario, mediante un’operazione straordinaria di cessione di ramo d’azienda. Quattro milioni erano stati trasferiti all’amministratore.

Sotto chiave contanti depositati su conti correnti che come i beni “nascosti” sono considerati riconducibili agli indagati, 19 immobili tra Latina, Roma e Milano, quote sociali relative a 7 consorzi, 7 autoveicoli, tra cui una Ferrari modello F-430 ed un’imbarcazione da diporto di lusso da oltre 16 metri.

Dopo la prima tranche, le indagini sono proseguite sotto il coordinamento  della locale Procura della Repubblica sulla documentazione contabile ed extracontabile, sulla destinazione e l’utilizzo delle somme distratte, consentendo infatti di individuare pagamenti e spese per oltre 4 milioni di euro sostenute dalla società a beneficio dell’amministratore di fatto per scopi estranei all’attività di impresa, quindi a danno del patrimonio aziendale. La crisi di liquidità generate dall’operazione ha impedito alla società di adempiere alle obbligazioni tributarie, determinando l’omesso versamento dell’Iva per oltre 3,5 milioni di euro.

Sulla base degli elementi raccolti, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Latina, su richiesta dell’Aggiunto Carlo Lasperanza e del sostituto  Andrea D’Angeli, ha disposto nei confronti della società,  dell’amministratore di fatto e del rappresentante legale di diritto, il sequestro preventivo diretto e nella forma per equivalente di denaro e beni per l’importo complessivo di euro 7.557.240,00, considerato profitto dei reati ipotizzati. Di qui, la complessa attività di polizia economico-finanziaria che ha portato all’individuazione dei beni riconducibili agli indagati che usavano società-schermo costituite ad hoc per nascondere la reale proprietà.

“L’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce l’allocazione delle risorse, altera la libera concorrenza con le imprese sane del tessuto imprenditoriale del nostro Paese e mina l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli”, ricordano dalla Guardia di Finanza.

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