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dopo gli arresti all'alba

Un’organizzazione criminale indiana taglieggiava i connazionali per tenerli soggiogati: le indagini dopo una rapina ad Aprilia

Cinque arresti. Il ten colonnello Paolo Guida: "Azioni violente per acquisire l'egemonia"

APIRLIA – Un gruppo criminale composto da immigrati indiani teneva sotto scacco la comunità di connazionali che sta provando ad integrarsi sul territorio pontino. “L’omicidio di Jagsheer Sumail è stato il riscontro più tragico di prove che andavamo raccogliendo da mesi. Le indagini erano in corso di svolgimento già da maggio”, spiega il tenente colonnello Paolo Guida che dirige il Reparto Territoriale di Aprilia.

E’ infatti un pestaggio con rapina avvenuto il 23 maggio ad Aprilia, vittima un cittadino indiano, l’episodio che ha dato il via all’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina che ha portato oggi all’arresto di cinque persone di nazionalità indiana accusate a vario diverso titolo, dei reati di rapina in concorso, lesioni aggravate, tentata violenza privata aggravata, danneggiamento in concorso, minacce ai danni di connazionali.

A luglio, i carabinieri si erano imbattuti in un altro fatto di cronaca simile al primo, un nuovo pestaggio e indagando scoprono facilmente che la vittima è stata “punita” proprio  per aver riferito ai carabinieri i particolari della rapina avvenuta a maggio, alla quale aveva assistito. “Chiunque nella comunità indiana sapeva che c’era questo gruppo, sapeva che questo gruppo compiva azioni violente per intimorire e soggiogare i soggetti della comunità sana anche intimando loro di non collaborare con le forze dell’ordine e punendoli se non ubbidivano. In questo modo acquisiva egemonia sugli altri e manteneva il controllo”, aggiunge il comandante Guida.

L’ordinanza del Gip di Latina è stata emessa il 6 ottobre ed eseguita oggi e nella banda figurano i nomi di alcuni degli arrestati dalla squadra mobile di Latina nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Borgo Montello, tra cui il capo “Gighen” in carcere per l’uccisione del connazionale. Ed è proprio dopo la barbara esecuzione a colpi di spranga del 29enne indiano avvenuta il 31 ottobre, che gli investigatori hanno cominciato a rileggere diversi altri episodi in cui la rapina è stata usata come strumento per affermare il potere criminale.

“Gli arresti di oggi sono la conclusione di questa prima parte di indagine che riguarda la rapina e le due aggressioni. Nello sviluppare le dinamiche che hanno portato alle spedizioni punitive sono però emersi elementi che fanno pensare ad un gruppo organizzato con un progetto criminale più strutturato e di cui oggi è stato colto un solo aspetto. Le indagini proseguono  per capire l’estensione del fenomeno che è, come detto,  confinato nella comunità indiana”.

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