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processo Alba pontina

I politici di Latina contro Agostino Riccardo: “Mai avuto rapporti con il clan Di Silvio”

Proseguirà il 24 marzo la deposizione del pentito che ha accusato i politici di Latina e non solo

(nella foto la pm dell’Antimafia di Roma, Luigia Spinelli)

LATINA – La lunga deposizione di Agostino Riccardo che ha fatto i nomi dei politici che avrebbero avuto rapporti con il clan Di Silvio, ma anche parlato del metodo delle estorsioni con cui si tenevano sotto scacco gli imprenditori, non è terminata. Dopo quasi cinque ore di interrogatorio è stata chiesta un’interruzione per il teste-chiave e il presidente del collegio Gianluca Soana l’ha accordata. Si tornerà in aula il 24 marzo alle 9 per proseguire l’esame del pentito.

Nel processo Alba Pontina è stata un’altra giornata intensa in Tribunale a Latina, ma anche fuori dal palazzo di giustizia, quando i pm Luigia Spinelli e Claudio de Lazzaro hanno cominciato ad interrogare Riccardo collegato in videoconferenza dalla località segreta nella quale si trova con la sua famiglia e sono spuntati i nomi di chi  – a suo dire – si serviva del clan per avere appoggi per le elezioni: le regionali del 2013, ma anche le amministrative nello stesso anno e quelle del 2016. L’appoggio a Maietta, i voti convogliati su richiesta di quest’ultimo a Nicola Calandrini, la trattativa di Armando Cusani per Gina Cetrone, il sostegno a Matteo Adinolfi della Lega, e ancora Maietta che intimidisce il deputato Rampelli costringendolo a dimettersi dal collegio che consentirà al politico pontino (oggi imputato nel processo Arpalo) di entrare alla Camera nel gruppo di Fratelli D’Italia, sono alcuni  degli episodi raccontati.

I politici però non ci stanno e puntano il dito contro l’ex membro del clan: Nicola Calandrini assicura di non aver mai chiesto voti e di essere tranquillo che la verità emergerà. Lo stesso per Adinolfi che aggiunge di non aver mai nemmeno saputo dell’esistenza di Agostino Riccardo. Parla di balle assolute il deputato di Fratelli D’Itala Rampelli che difende la decisione, tutta politica, di dimettersi per far posto a Maietta.

Nella lunga deposizione anche la descrizione del metodo estorsivo, il campo di cui si occupava Riccardo: “Tutti – ha detto il pentito  – avevano paura di noi e decidevano di pagare, quando cominciavamo un’estorsione andavamo fino in fondo”.

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