TERRACINA – La paziente più giovane in cura presso la UOC di Dermatologia universitaria della Asl di Latina è una mamma trentenne che sta combattendo la sua battaglia contro il melanoma avanzato, grazie ad una cura biomolecolare cucita su misura per lei. Siamo all’Ospedale Fiorini di Terracina dove in dieci anni sono arrivati, e vengono oggi seguiti, circa 600 pazienti affetti da questa patologia, alcuni dei quali approdati nella struttura sanitaria quando il neo sospetto aveva già prodotto metastasi cutanee o nei casi più gravi, metastasi d’organo.
CHI SONO I PAZIENTI – Parliamo di pazienti tra i 30 e i 60 anni, pelle chiara e occhi chiari, che hanno preso sole intensivamente senza proteggersi, in un territorio, quello pontino, dove l’irraggiamento solare è doppio rispetto ad altri luoghi di mare italiani. E considerando che uno dei fattori di rischio del melanoma è proprio l’esposizione agli ultravioletti, in provincia di Latina bisogna stare molto attenti a schermare la pelle.
TERAPIE SELETTIVE CON FARMACI INTELLIGENTI – “L’incidenza di questi tumori qui è molto alta, e proprio la casistica che abbiamo, ci ha consentito di essere accreditati come Centro di riferimento per la cura del melanoma avanzato”, spiega la professoressa Concetta Potenza direttrice della Uoc di Dermatologia universitaria della Sapienza Polo Pontino, divenuta centro di riferimento regionale autorizzato all’erogazione e al trattamento della patologia in fase metastatica, con terapie altamente innovative. “Parliamo di farmaci biomolecolari estremamente selettivi che aiutano il sistema immunologico del paziente a combattere la malattia. Si tratta di farmaci ‘intelligenti’ diretti contro i bersagli specifici da cui dipende la crescita delle cellule tumorali, risultando così molto efficaci e meno tossici”, aggiunge Potenza.
IL PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO – Il team universitario del Fiorini si è specializzato anche all’estero e lavora confrontandosi e scambiando esperienze con gli studiosi del Pascale di Napoli dove si fa ricerca e si sperimentano le terapie più avanzate. Nell’ambulatorio oncologico non c’è lista di attesa: “Lavoriamo perché non si formino attese. Chi arriva da noi (con la prescrizione del medico che deve indicare il codice di priorità e prenotazione al Cup) viene accolto nell’ambulatorio generale e visitato, poi accompagnato presso il servizio di epiluminescenza dove ci sarà una valutazione ecografica della lesione. Da qui, una volta fatta la diagnosi di nevo atipico o di melanoma, il paziente è sottoposto all’asportazione chirurgica e il campione viene esaminato dal servizio di anatomia patologica universitaria che si trova all’Icot, quindi studiato dal punto di vista biomolecolare”.
LA PREVENZIONE – Tra le attività dell’equipe ci sono anche quelle legate alla prevenzione, per spiegare ai pazienti come prendere il sole, come autocontrollarsi e con che cadenza farsi controllare. Mentre, a partire dalla primavera il gruppo di esperti viaggerà sul territorio per avviare una campagna di screening che toccherà luoghi di mare e di collina.