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politica

Il forfait di Salvini, il sindaco Coletta scrive al Ministro dell’Interno

In un video elenca i temi che avrebbe trattato nel corso dell'incontro che non c'è stato

LATINA – Non è piaciuta al sindaco di Latina la mossa del vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini che sabato, poco prima di arrivare a Latina, ha annullato l’incontro che si sarebbe dovuto svolgere in Prefettura, alla presenza anche del prefetto Maria Rosa Trio. Per questo ha deciso di scrivere una lettera allo stesso ministro, che vi proponiamo in versione integrale.

LA LETTERA

Gentile Ministro,

in occasione della sua visita nella nostra città – in veste di Sindaco di Latina – avrei voluto cogliere l’opportunità di rappresentarle alcuni temi che riguardano la nostra comunità e il territorio pontino. Alcuni di questi sono vere e proprie emergenze e investono il Governo che la vede protagonista nel ruolo di Vicepresidente del Consiglio, altri che rivolgiamo direttamente al Ministro dell’Interno.

Istanze che probabilmente ci accomunano agli altri amministratori locali, sperando che le scelte operate dal Governo che Lei rappresenta, consentano il recupero della piena sicurezza dei territori che non può essere obiettivo slegato dal potenziamento delle risorse di uomini, mezzi e infrastrutture destinati a tale scopo.

Conoscendo la sua propensione alle parole chiare e agli obiettivi concreti le rappresento quanto segue:

a) Contrastare con decisione le infiltrazioni mafiose nel territorio pontino, potenziare legalità e sicurezza.

Latina è una città operosa e pacifica che ha retto come ha potuto l’impatto della crisi economica di questi anni. Una crisi che deve aver acceso l’interesse della criminalità organizzata nei confronti dell’intero sud del Lazio. Lo testimonia l’operato dell’ex Prefetto Bruno Frattasi che già nel 2008 denunciava le infiltrazioni mafiose nel Comune di Fondi, arrivando a proporne lo scioglimento.

Recenti fatti di cronaca hanno purtroppo avvalorato quella prima denuncia. Varie inchieste della magistratura e delle forze dell’ordine – in particolare “Don’t Touch” e “Alba Pontina” – segnalano l’attività di organizzazioni criminali che si sono sviluppate in ambito locale (con la colpevole disattenzione – se non vera e propria compiacenza – di una parte della classe politica locale coinvolta nelle inchieste). Una mafia che tenta di radicarsi nel territorio per conquistare importanti sistemi produttivi, come confermano i lavori della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (discarica di Borgo Montello).

Le Forze dell’Ordine e la Magistratura, con il loro quotidiano impegno, danno respiro alla speranza di costruire sulla base di valori condivisi la ripresa sociale, civile e quindi economica di questo territorio. A tale proposito, nel quadro degli interventi che sicuramente saranno stati posti alla Sua attenzione relativamente al potenziamento degli Uffici giudiziari e al completamento della Cittadella giudiziaria suggeriamo che nel Lazio, dopo Roma, possa essere istituita una seconda Direzione Distrettuale Antimafia proprio a Latina per poter meglio rispondere alle specifiche esigenze del territorio, con attenzione particolare al sud pontino, dove la chiusura del Tribunale di Gaeta ha creato falle nella sicurezza e legalità. Segnaliamo inoltre l’esigenza di un presidio di sicurezza nella realtà internazionale del MOF.

Accanto a questo richiamo l’attenzione del Governo sul contrasto del fenomeno del caporalato e dei reati di sfruttamento del lavoro nero, specie nel settore agricolo. Si tratta di un fenomeno che salda rapporti pericolosi tra segmenti imprenditoriali illegali e criminalità e che rischia di danneggiare proprio la parte sana del settore agrario, cruciale per l’intera economia.

b) Un governo efficiente del fenomeno migratorio rende la città più sicura e serena.

La nostra è una città giovane e di giovane costituzione. Nata grazie a un massiccio fenomeno migratorio interno, Latina ha ospitato dal 1957 al 1989, nel cuore della città, il più grande Campo profughi europeo nel quale sono transitati 80 mila profughi dell’Europa Orientale.

È questa storia che ha consentito alla nostra comunità di affrontare con razionalità e in condivisione con l’intero Consiglio Comunale i nuovi fenomeni migratori puntando sul consolidamento del rapporto di leale e reciproca collaborazione con la Prefettura e le Forze dell’Ordine. Per questo, nonostante l’emergenza, a Latina non esistono reali tensioni laceranti nel rapporto tra cittadini residenti e migranti richiedenti asilo.

Il percorso intrapreso puntava sulla seguente strategia:

Assumere come Comune, attraverso lo SPRAR, l’intera gestione dell’accoglienza, incrementando il numero dei posti in accoglienza attualmente esistenti come SPRAR fino al raggiungimento della quota prevista dal Piano nazionale di riparto (circa 400), procedendo parallelamente ad una graduale riduzione dei Centri di Accoglienza Straordinaria di competenza della Prefettura (con circa 800 ospiti) fino ad una loro totale chiusura.

 

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