LATINA – Latina come Palermo, tappezzata di adesivi e volantini contro il racket. E’ l’iniziativa degli attivisti di Addiopizzo. Oggi come 14 anni fa, quando all’alba del 29 giugno 2004, il capoluogo siciliano si risvegliò con il messaggio diffuso in tutta la città che recitava: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Anche a Latina si fa sentire la voce degli attivisti: “La novità – spiegano – è che l’ impegno comincia anche a Latina, dove le recenti notizie di cronaca consegnano uno spaccato altrettanto difficile, in quanto permeato da estorsioni e organizzazioni criminali trapiantate ed endogene”.
E a Latina la prima attività è stata svolta nelle aree più colpite dal racket con adesivi contro paura e omertà: “Uniti contro il pizzo a Latina“.
“Quattordici anni fa la nostra pratica era un piccolo e fragile segno di implicita resistenza al cospetto di un mondo in cui i termini “mafia” ed “estorsioni” rappresentavano un tabù. Tra tante insidie, in questi anni abbiamo accompagnato a denunciare commercianti e imprenditori che si sono liberati dagli estorsori. Tanto è cambiato rispetto agli anni bui in cui fu assassinato Libero Grassi. Oggi la scelta di piegarsi alle estorsioni rappresenta un disvalore sociale, mentre in passato le vittime che soggiacevano venivano giustificate in ragione di uno stato di necessità che non prospettava altre possibilità. Siamo tuttavia consapevoli che la strada sia lunga, paludosa e irta di ostacoli. Se oggi in tanti, spesso soprattutto a parole, ripugnano la mafia, le mafie, ciò di cui c’è più bisogno è l’impegno di ogni giorno, rifuggendo da rappresentazioni eroico-mediatiche che allontanano i cittadini da una battaglia che per essere vinta ha bisogno di normalità e gente comune”.