LATINA – Un gruppo di commercianti di Latina in occasione del 1° maggio ha deciso di tenere le serrande chiuse. E’ un segnale che molti hanno compreso, se non addirittura apprezzato, perché costringe a ragionare sulla vita che vogliamo. Chiedono una marcia indietro sull’apertura nei giorni festivi, almeno nelle cosiddette feste comandate, sottolineando che la liberalizzazione ha penalizzato fortemente i negozi indipendenti e non ha prodotto gli effetti sperati sui consumi. Oggi la Presidente del Comitato Regionale del Lazio sede di Latina, Susanna Gloria rende noti i risultati di sondaggio Swg commissionato dalla Confesercenti nazionale in vista della Festa del Lavoro, che sembra dare ragione a chi è stufo dell’apertura 365 giorni all’anno.
Il sondaggio sulle liberalizzazioni dice che “gli italiani fanno spesa di domenica o in un altro giorno festivo 10 volte l’anno. Ma i consumi non sono aumentati: siamo ancora 5 miliardi sotto il 2011. E il regime di apertura continua è stato una catastrofe per i negozi tradizionali. Il 59% degli intervistati (un panel di 1000 maggiorenni contattati tra il 16 e il 18 aprile) si dice favorevole a introdurre una limitazione delle almeno in occasione delle principali celebrazioni nazionali, come Natale, Capodanno, Pasqua, 25 aprile ed il prossimo 1^ maggio, giornata in cui solo 2 intervistati su 10 progettano di fare acquisti.
Invece – si legge nella nota di commento al sondaggio – la liberalizzazione delle aperture delle attività commerciali, introdotta dal governo Monti a partire dall’1 gennaio 2012, prevede la possibilità di rimanere aperti sempre, anche a Pasqua e Natale. Obiettivo dichiarato del provvedimento, l’aumento delle occasioni d’acquisto per i consumatori e il conseguente impulso a consumi ed occupazioni. Ad oggi, in media, un consumatore approfitta delle liberalizzazioni 10 giorni l’anno, sui circa 60 ‘in più’ resi disponibili dalla deregulation, e anche l’effetto sull’occupazione è stato nullo: se è vero che nella grande distribuzione sono state assunte circa 30mila persone, il provvedimento è stata una catastrofe per i negozi indipendenti.
LA PROPOSTA DI CONFESERCENTI – Critiche che – come detto – trovano concordi i commercianti di Latina aderenti a Confesercenti. “È chiaro che lì dove c’è bisogno, come nelle mete turistiche, è necessario che le attività commerciali siano aperte. Ma dove non c’è bisogno, la deregulation si è trasformata in un obbligo competitivo che ha favorito i grandi e schiacciato lavoratori e piccoli imprenditori. La nostra è una proposta equilibrata, il testo è alla Camera e adesso, con il nuovo Parlamento, è tornato in cima alla lista delle leggi che aspettano il prossimo esecutivo: deve solo essere trasformato in legge”.
IL SONDAGGIO diffuso alla vigilia del primo maggio
Le chiusure delle attività commerciali
Secondo lei, facendo salve le aperture nelle zone turistiche, in occasione delle principali festività (Pasqua, Natale, 25 aprile, 1 maggio, 1 gennaio, etc…) sarebbe giusto prevedere la chiusura delle attività commerciali? (si tratterebbe di un massimo di 12 chiusure che si registrano mediamente in un anno)?
Ha intenzione di fare la spesa in occasione dell’1 maggio?
In media, considerando circa 60 festività e domeniche, in quanti di questi giorni direbbe di aver fatto la spesa nel corso del 2017?
Quante volte lo scorso anno direbbe di aver fatto acquisti sul web?