LATINA – Pigri, bamboccioni, immobili, cellulare dipendenti… quante ne sentiamo ogni giorno sui giovani e giovanissimi. E noi per primi non li ascoltiamo. Li giudichiamo e crediamo poco nella forza delle loro idee.
Da anni sono sempre in mezzo ai ragazzi grazie al mio lavoro e da qualche mese ho la fortuna di avere a che fare con un gruppo di più di 20 studenti che ha deciso di entrare a far parte della redazione del giornale del proprio Liceo, ‘Ancora il Classico Giornale’.
Quando sono arrivata la prima volta hanno ascoltato, poi sono stati divisi in gruppi di lavoro, in base ai loro interessi, poi hanno con entusiasmo partecipato alle attività in strada, sul campo, vicino a quella realtà che a loro spesso sembra lontana, patinata, irraggiungibile… perché così gli adulti gliela rappresentano.
Hanno osservato, fotografato e scritto, provando a lasciarsi andare, a uscire dagli schemi nei quali spesso vengono ingabbiati, imparando a fidarsi e ad affidarsi. A volte con quei moti di orgoglio difficili da imbrigliare, a volte con umiltà, a volte provando a barcamenarsi tra compiti in classe, alternanza scuola lavoro, interrogazioni ed esame di maturità da preparare!
Hanno eseguito i compiti assegnati e poi hanno cominciato a proporre, a chiedere di partecipare a manifestazioni, ad organizzare eventi, come è accaduto lo scorso 21 marzo per la giornata della memoria. E a scrivere articoli con la prospettiva vergine di chi fa una domanda e pretende una risposta senza giri di parole. Di chi legge Max e di chi trova legami tra Moro e Impastato e di chi crede che il mondo possa essere rovesciato, basta scegliere da che parte stare, di chi sta decidendo il proprio futuro e lo vuole dipingere giorno dopo giorno con i colori che più lo rappresentano, senza condizionamenti e paure…
Tra due settimane questa avventura si concluderà. Qualcuno continuerà il proprio cammino altrove, qualcuno camminerà ancora per le strade di Latina e nei corridoi dell’Alighieri… sul giornale le tracce indelebili del loro passaggio, della loro curiosità e di quell’impegno che ha trovato una strada attraverso la quale esprimersi. Perché solo questo chiedono: di essere ascoltati!