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25 aprile

Il sindaco Coletta alla città: “Libertà, un privilegio e un dovere”

A Latina anche il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio

LATINA – «Non esiste libertà dove non c’è partecipazione». Il sindaco di Latina Damiano Coletta ha centrato su questo concetto il suo intervento  nell’anniversario della Liberazione d’Italia dalla dittatura. La cerimonia si è svolta davanti al Monumento ai Caduti di tutte le guerre in Parco Falcone e Borsellino dove il sindaco si è rivolto alle concittadine e ai concittadini, alle autorità, alle  associazioni partigiane e combattentistiche, per ricordare l’importanza del 25 aprile e della Resistenza dei Partigiani “che con il loro sacrificio hanno contribuito a liberare l’Italia da vent’anni di dittatura nazifascista, mettendo fine a cinque anni di guerra”.

LA LIBERTA’ E I REVISIONISMI” – E’ bello vedervi così numerosi”, ha detto il primo cittadino ricordando la data  che è anche “l’inizio di una nuova storia che ci ha portato alla stesura della nostra Costituzione e alla nascita della Repubblica Italiana.. libera e democratica.. un punto di arrivo e nello stesso tempo un punto di partenza… non solo un prima e un dopo, ma è un sempre! Sono radici di uomini e di donne che sacrificarono la loro vita combattendo, anche senza armi e con il solo impegno civile, per conquistare la loro e la nostra libertà.
Sono radici di uomini e donne che si sono opposti alle leggi razziali, alle manipolazioni genetiche, a leggi costitutive illegali e soprattutto si sono opposti alla perdita della dignità umana”.
Un modo per condannare i “pericolosi revisionismi negazionisti che, cavalcando i problemi attuali, cercano di accreditarsi in maniera populista”. Liberazione  – ha poi detto Coletta – significa fine delle dittature, significa ricordo dei campi di sterminio, significa il ripudio di ogni forma di razzismo, omofobia e xenofobia. Significa Libertà e Democrazia.

UOMINI E DONNE – Poi, il ricordo di nomi “che ancora oggi ad ascoltarli trasmettono un forte carico di emozioni e suggestioni: Emilio Sereni, Pietro Gobetti, Giacomo Ulivi, Sandro Pertini, Walchiria Terradura, Gabriella Degli Esposti, Irma Bandiera, Livia Bianchi, Tina Anselmi, Nilde Iotti. Potrei fare un elenco infinito. A loro va la nostra gratitudine per averci consegnato i valori della Libertà e della Democrazia. Ma la libertà e la democrazia sono valori che non sono mai conquistati una volta e per tutte. Vanno continuamente custoditi, rivitalizzati…e che dobbiamo saper trasmettere alle generazioni future”.
Un passaggio dedicato ai giovani e al futuro “per capire dove vogliamo andare. Sottolineo “dove vogliamo andare” e non dove stiamo andando.
I VALORI – Solidarietà, altruismo, tolleranza, cultura, partecipazione, ricerca, inclusione, capacità di dire sì alle diversità, al dialogo inter-religioso e inter-culturale, giustizia sociale e Bene Comune. Queste sono alcune delle principali coordinate che stabiliscono la rotta del nostro cammino in coerenza con il patrimonio che abbiamo ereditato. Ci indicano che c’è ancora tanta strada da fare. Ci indicano da che parte stare. Dalla parte dei migranti e del rispetto della loro dignità e non di chi li criminalizza e li marginalizza in nome di una pseudo identità nazionale. Dalla parte degli insegnanti di recente vittime di un atteggiamento culturale violento. Dalla parte dei lavoratori precari che purtroppo non riescono a costruire una vita stabile nel futuro. Dalla parte dei malati che chiedono un’assistenza e una sanità accessibili a tutti. Dalla parte dei giovani, quelli che studiano ai quali va data una speranza. Dalla parte anche dei giovani che non studiano e non lavorano dei quali dobbiamo saper evitare la marginalizzazione. Dalla parte della partecipazione attiva e della coscienza civica. Dalla parte della Costituzione, in particolare dell’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale.

“DA CHE PARETE STIAMO”- Sicuramente  – ha aggiunto Coletta – siamo contro chi non vuole essere un buon cittadino. Non stiamo dalla parte di chi permette che la politica sia infiltrata dal malaffare, come accaduto nel recente passato nella nostra città. Non stiamo dalla parte di chi sporca i muri in città, di chi non paga il biglietto dell’autobus, di chi conferisce i rifiuti quando non deve, di chi non ha rispetto per gli spazi comuni, di chi non paga le tasse, di chi utilizza i social in maniera violenta, di chi favorisce l’intolleranza e non ha rispetto delle persone più deboli e delle diversità, di chi favorisce le disuguaglianze. Non stiamo dalla parte di chi, pur essendo onesto, si dimostra indifferente rispetto a tutto questo.

LA CONCLUSIONE –  Liberazione in fondo ci ha consegnato due cose fondamentali: un privilegio ed un dovere. Il privilegio di discutere sulla libertà senza dover rischiare la vita per conquistarla ed il dovere di difenderla dopo che altri l’hanno conquistata per noi. Lo dobbiamo fare in maniera attiva attraverso la partecipazione all’interno della comunità e in maniera aperta contro la politica della paura e contro ogni forma di intimidazione. E lo dobbiamo fare con il sorriso fiero di chi, con gioia, vive in un paese libero e democratico”.

Alla cerimonia ha preso parte con le autorità civili e militari anche il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio: “Ho voluto prendere parte alle celebrazioni per il 25 aprile a Latina, organizzate dall’Anpi locale. Un momento dedicato alla memoria dei caduti di una delle zone più colpite dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Un territorio coinvolto prima nello Sbarco di Anzio e poi nella Battaglia di Cisterna, eventi importanti che portarono alla liberazione di Roma, dove le avanguardie hanno dato un contributo enorme nell’avanzata verso nord e dove le popolazioni, strette tra due fuochi, hanno subito le conseguenze più devastanti della guerra in casa. Poi la resistenza ha vinto e il popolo italiano è libero. Il dovere di ricordare, onorare la resistenza ed educare a farlo è compito di tutti, in primis delle Istituzioni democratiche nate da quel sacrificio”.

 

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