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Don’t Touch, il teste ritira tutto. Sulla aggressione: “Nessuno mi ha picchiato, sono caduto”

La sentenza è prevista per il 24 giugno

Piazza del tribunale (con seminatore)LATINA – Processo Dont’ Touch. Ieri nell’aula del Tribunale a Latina sono stati ascoltati gli ultrà nerazzurri perchè secondo gli inquirenti l’organizzazione criminale, dedita all’usura, allo spaccio e alle estorsioni, capitanata da Costantino Di Silvio detto Cha Cha, utilizzava come sede, anche quella dei tifosi del Latina in via Mameli. Davanti ai giudici, gli ultrà hanno confermato che quegli spazi sono aperti a tutti. Ha scelto invece di non parlare, perchè indagato nel processo, il capo della tifoseria, Giancarlo Alessandrini. Sul banco dei testimoni è stato ascoltato anche il padre di uno dei testimoni, l’uomo era stato aggredito da alcuni componenti del clan, ma ha ritrattato tutto. Un dietrofront anche nei confronti del figlio che aveva fornito una versione completamente diversa dell’aggressione. Il padre ha affermato di non sapere che il figlio era finito nel mirino dei fratelli Travali e Viola per un debito che non riusciva più a saldare visti i tassi usurai. Ha inoltre spiegato che le cure del pronto soccorso erano state necessarie non per le botte, ma per una caduta. Si torna ora in aula martedì. La sentenza è prevista per il 24 giugno.

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