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DIMENSIONAMENTO
Andreatta scrive alla presidente Polverini

LATINA – Il dirigente del II Circolo didattico Sergio Andreatta scrive alla Presidente della Regione Lazio, all’assessore alla P.I. e alle Politiche Giovanili della Regione Lazio, al Presidente del Consiglio Regionale, al Direttore Generale dell’USP per il Lazio, al presidente dell’Amministrazione Provinciale di Latina, all’assessore alla P.I. Provincia di Latina, al Responsabile delle Politiche scolastiche della Prov. di Latin, al sindaco di Latina, all’assessore alla P.I. Comune di Latina, al dirigente dell’ATP/USP Latina e al Presidente del Consiglio di Circolo II di Latina.

Il tema è sempre quello del dimensionamento scolastico provinciale per la richiesta di mantenimento del V istituto comprensivo “Latina Ovest” per il prossimo anno scolastico. L’occasione dell’I.C., se da un lato rappresenta la possibilità di un nuovo design pedagogico dell’istituto, dall’altro suggerisce un rilancio delle motivazioni professionali dei docenti. “Con l’istituzione di un’autonomia scolastica lungo l’asse di Viale Kennedy – dice Andreatta – la Provincia ha evitato un’iniquità sociale. Se ad ogni istituzione scolastica, perfino ad ogni soggetto o personalità, si dovesse riconoscere il diritto alla soddisfazione delle proprie istanze, la stessa dovrebbe essere al contrario negata ad un intero Quartiere? E quasi alla vigilia delle iscrizioni 2012/’13, atteso il chiarimento regionale che ancora manca, il protrarsi delle rivendicazioni polemiche nella loro asprezza, al posto della dovuta collaborazione, potrebbe anche essere interpretato come un atto di boicottaggio.

Al II C.D. di Via Po cui servono, numeri e qualitàper potersi costituire in I.C. a beneficio di un Quartiere (Latina-Ovest) che non ne ha e non ne avrebbe altri. Non sia permesso che un Quartiere già deprivato di servizi di base e di uffici istituzionali di riferimento diventi ancora più povero ed emarginato.

Il Consiglio d’Istituto del II C. D. di Latina, in ordine al Piano di dimensionamento scolastico – scrive ancora Andreatta – si pone in una logica di piena condivisione politica della strategia che ha ispirato il progetto. All’unanimità delle sue varie componenti il Consiglio di Circolo esprime soddisfazione e gratitudine per la configurazione di un Istituto autonomo di 1090 alunni, più una scuola media nuova da istituire, nel Quartiere “Latina-Ovest” lungo l’asse di Viale Kennedy e Via Romagnoli fino a Col di Lana. Tutte le componenti del II C.D. di Latina, dai genitori, agli insegnanti, agli ATA, gli Organi Collegiali a partire dai Consigli di Interclasse /intersezione, per finire con il Consiglio d’Istituto, che il 24 novembre ha formalizzato in tal senso con una delibera, condividono in pieno e senza riserve il deliberato del Consiglio Provinciale di Latina. Tale Piano approvato ai sensi della L.n.111/2011, art. 19, c.4. una volta definitivamente adottato dal Consiglio Regionale del Lazio entrerà in vigore dall’a.s. 2012/’13. La determinazione adottata di impostare 11 I.C. sembra soddisfare meglio anche i Sindacati (alcuni di essi spingerebbero anzi per l’istituzione di 12) per i posti di lavoro che vengono ad aggiungersi con l’istituzione di un Ufficio di Dirigenza in più (1 D.S., 1 DSGA e 5 assistenti amministrativi). Il massimo organo collegiale della scuola, il Consiglio d’istituto, ha manifestato unanime convergenza e pieno supporto politico alla tesi fin dall’inizio delineata dal dirigente scolastico Sergio Andreatta per il mantenimento dell’autonomia e grande soddisfazione sul deliberato provinciale che non va a mortificare un intero Quartiere. La tesi del dirigente reggente era ed è che non si potesse abbandonare a se stesso e al suo declino, privandolo di un I.C., il quartiere più soggetto a consistenti fenomeni di mobilità sociale del capoluogo, anche di stranieri dall’est Europa, dal Magreb e dal sud del mondo(*); un quartiere socio culturalmente deprivato e socialmente precario per vari fenomeni anche di ordine pubblico, contraddistinto da acuti fenomeni di dispersione scolastica non soltanto per l’alta densità degli alunni stranieri e come tale riconosciuto dal MIUR e finanziato dall’USR del Lazio. Né si poteva e si può ignorare, al contrario, la presenza sulla stessa area o bacino di ben tre Istituti Superiori come il Liceo Artistico, il Pedagogico Manzoni e il tecnologico Marconi. Un I.C. in loco era ed è ritenuto, quindi, assolutamente necessario per garantire la processualità dei cicli scolastici (I e II) e la tanto conclamata continuità didattica messa perfino in capo, come nobile giustificazione, allo stesso citato art. 19, c.4. La tesi ignorata per strada, malgrado le significative e imperdibili argomentazioni del dirigente Andreatta, dalla Giunta Comunale di Latina e dalla previa Commissione Mista (seppure lo stesso Sindaco avesse avanzato a sblocco della situazione una sua proposta per l’istituzione di un I.C. a Col di Lana) ha trovato migliore accoglienza nella Commissione tecnica provinciale e nel deliberato del Consiglio Provinciale. La tesi del dirigente scolastico Andreatta andava a considerare, perfino, la previsione urbanistica e demografica dello stesso Quartiere “Latina-Ovest” dove è previsto nei prossimi anni uno sviluppo di edilizia residenziale nell’ex area SVAR, lungo Via Torre La Felce e in fondo a Viale Kennedy sull’altro capo. La tesi del dirigente scolastico Andreatta andava anche a considerare la pronta disponibilità della sede per la nuova scuola media da istituire, da lui individuata in Via Bruxelles nel Plesso della ex Scuola Media Dante Alighieri di proprietà del Comune. Aver ricompattato la consistenza anagrafica del nuovo I.C. secondo i requisiti degli oltre 1000 studenti, sottraendo i plessi periferici e lontani come il Pantanaccio e il Gionchetto, meglio interfacciabili con altri I.C. viciniori, e addizionando, per necessità di numero e qualità, i plessi di Via Bucarest e di scuola primaria di Via Polonia (Scuola S. Giovanni Bosco) a meno di 500 m. dalla futura scuola media Dante Alighieri di Via Bruxelles, al di là delle mozioni politiche di parte, delle pretestuose polemiche che aprono la porta solo a confusione e disorientamento e di suscitabili e suscitati interessi personali e soggettivi, ineccepibili come tali ma privi di cittadinanza come valido presupposto ad un atto di valore politico e giuridico, è parso a tutte le componenti scolastiche di Via Po un segno da condividere e altamente apprezzare perché va a colmare una prefigurata e segnalata assenza di scuola media e di dirigenza scolastica nel quartiere, oltre che a contrastare la soppressione dell’attuale autonomia scolastica di Via Po troppo frettolosamente destinata ad essere frantumata a beneficio di altri interessati, I.C. che non possono esercitare diritti e prelazioni e che, a ben vedere, non ne hanno neanche bisogno ai fini della loro costituzione.

La criticità del dimensionamento, che importa minori autonomie scolastiche per l’elevazione del prerequisiti numerici, è individuabile a Latina, oltre che dalle megastrutture di scuola media che non accettano di essere “spacchettate”, dalla concentrazione e densità (attuale) di ben 4 autonomie nel giro di 2 km, da via Quarto, a Via Bachelet, a Via del Lido, a Via Fiuggi. L’unica autonomia di I ciclo scolastico decontestualizzata esistente in Latina-Ovest, a se stante perché non assediata da altre, per tutte le caratteristiche socio educative che sono state prima citate, non meritava pertanto e non merita di venire discussa e soppressa. Potrà così migliorare la capacità di espressione e di rappresentazione non soltanto della scuola ma dello stesso Quartiere, la sua aggregazione, coesione e qualità di comunità in sè. E’ un segno di civiltà nella politica scolastica. Ricordare con nostalgia tutti i cammini di qualità fatti in passato, interni ad una direzione didattica vero perno di scuola popolare, in un momento di complessità e di radicale cambiamento degli scenari e di imposta verticalizzazione dei processi, poco torna utile. Il passato e la memoria non possono costituire un ostacolo al futuro, la giornata di ieri impedire il sorgere del domani seppure al bel tempo si dovesse sostituire la previsione del variabile. Piuttosto che modello di “scuola unica” pensiamo e vogliamo noi dall’interno? Quali sono le scelte organizzative e curriculari che riteniamo più efficaci per l’utenza? E che cosa riteniamo di promuovere di nuovo per assicurarle all’interno di ogni autonomia scolastica così mappata?

 

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