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BATTISTI INTERVISTATO A SAN PAOLO
“Se me lo avessero chiesto avrei ucciso”

Cesare Battisti all'uscita dal carcere di Papuda

LATINA – «Se me lo avessero ordinato, avrei ucciso. Ma per fortuna non è mai successo, non ho mai creduto che questa fosse una via d’uscita». Così l’ex terrorista di Sermoneta Cesare Battisti torna a parlare in un’intervista rilasciata alla web-tv del quotidiano brasiliano Folha.

L’ex militante dei Proletari armati per il comunismo, cresciuto a Latina dove ha studiato al Liceo Classico Dante Alighieri, sostiene di essere stato usato come capro espiatorio per il periodo degli Anni di Piombo in Italia. Battisti spiega anche di aver paura e di vivere nascosto in una cittadina brasiliana sulla costa di San Paolo

«Ero molto giovane – ha detto – e come tanti dopo il ’68 abbiamo ritenuto che potevamo sistemare il mondo con le armi, ma non siamo stati i primi ad imbracciarle sono stati gli Stati, i regimi». Battisti si sente un perseguitato “di essere stato preso di mira nonostante vi siano stati centinaia di rifugiati all’estero a cui lo stato italiano non ha mai chiesto nulla”. Ha detto anche di non volere essere più considerato un ex terrorista e di voler ricominciare una nuova vita, dedicandosi al suo lavoro di scrittore.

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