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Nucleare, la parola passa alla Regione

La centrale di Borgo Sabotino

ROMA – Sul nucleare la parola passa alle Regioni dopo che la Corte Costituzionale ha stabilito che saranno proprio le Regioni a dover esprimere il proprio parere – obbligatorio ma non vincolante – prima di ospitare le centrali nucleari sul proprio territorio. La Consulta ravvisa illegittimità «nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all’intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari». In una precedente decisione dello scorso novembre, la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittime le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che vietavano l’installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi.

COMMENTI – “Le forzature hanno le gambe corte e anche sul nucleare. Il Governo viene bocciato dalla Corte Costituzionale. Anzi, la Corte Costituzionale va oltre e stabilisce che il parere, seppur non vincolante, sarà obbligatorio. E’ una decisione positiva – ha commentato Il capogruppo Pd alla Regione Lazio Esterino Montino – “Quella di oggi è una sentenza – dicono Nieri e Zaratti – che annichilisce l’arroganza del governo e della destra e restituisce agli enti locali e ai cittadini l’ultima parola su questo delicatissimo tema”. “Il rischio che Borgo Sabotino e Montalto di Castro diventino siti per la costruzione di due centrali nucleari per l’arrogante volontà del governo Berlusconi – dice Abbondati di Sinistra econologia e libertà –  oggi è più lontano. Ma la battaglia per sbarrare definitivamente la strada al nucleare da questo momento è nelle mani dei cittadini”.

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