LATINA – La questione dell’acqua all’arsenico rischia di diventare un vero problema per la provincia di Latina. Dopo il no giunto dall’Unione Europea sulla richiesta di deroga ai limiti imposti dalla legge sulle acque potabili del 2001 sulla concentrazione di arsenico nelle acque a uso alimentare. Se il Lazio è tra le regioni maggiormente interessate al problema della concentrazione della sostanza definita tossica e capace di scatenare il cancro, a Latina la situazione è davvero critica.
La commissione europea il 28 ottobre scorso nega la deroga richiesta dall’Italia concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano (“Per quanto riguarda i valori dei parametri nelle zone di fornitura di acqua di cui all’allegato II, le deroghe richieste dall’Italia non sono concesse”). Nell’allegato compaiono le città di Latina, Aprilia, Sabaudia, Cisterna, Cori, Priverno, Sermoneta, Sezze e Pontinia. Tutti questi comuni (e i loro oltre 200mila utenti) potrebbero dunque vedersi vietato l’uso dell’acqua a fini potabili, malgrado l’Italia abbia fatto presente che non sarebbe possibile approvviggionarli in nessun altro modo, l’Ue è stata ferrea. Quel che succederà adesso ancora non è chiaro.
Del caso si occupano Asl, assessorato all’Ambiente della Regione e Comuni interessati, mentre sono state allertate le Prefetture. Tra le possibili soluzioni quella di mettere filtri negli acquedotti. Nell’Ato 4 una bella rogna per Acqualatina.
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